domenica 28 febbraio 2016

La perfezione di Carol

Carol, il nuovo film di Todd Haynes tratto dall’omonimo romanzo di Patricia Highsmith ha il pregio (e difetto) di somigliare per molti o troppi versi alla trama di un altro suo gran bel film, Lontano dal paradiso (2002).
Entrambi, infatti, sono ambientati negli anni cinquanta e parlano di una donna della medio/alta borghesia e della difficoltà di poter vivere l’amore, di qualunque natura esso sia, perché l’omosessualità in quell’epoca, così contraddittoria, era ancora vista come un tremendo tabù.
Ma se nell'altro era il marito a vivere la sua attrazione per gli uomini come una patologia da curare, in Carol si racconta l’amore passionale tra due donne, che scoprono di amarsi davvero piano piano.
Therese Belivet (Rooney Mara, che ricorda molto la Hepburn di quegli anni), una giovane commessa, amante della fotografia, si imbatte per caso in una donna matura, elegante e affascinante, Carol Aird (Cate Blanchett, superlativa come sempre) e in un batter d’occhio quella semplice attrazione si trasforma in un amore profondo, intenso e composto.
Non è certo quel genere di film che racconta di quelle famiglie perfette uscite da riviste patinate: Carol, infatti, è una donna che sta divorziando e che è risaputo aver avuto già altre esperienze lesbiche, eppure sembra strano quanto il loro rapporto non venga messo alla gogna dall’intera società ma solo dal marito respinto (Kyle Chandler, che finalmente Hollywood sta riscoprendo anche in film di spessore). 
Carol è a dir poco perfetto dal punto di vista tecnico: la sua grande particolarità è che è stato girato in pellicola utilizzando soprattutto luce naturale, ma anche i costumi e il trucco perfetti sono riusciti a regalare una forte autenticità alla storia. Altrettanto curata la scenografia e gli esterni, che spesso finiscono per somigliare a dei quadri di Edward Hopper.
Non è certamente un film politico, ma un semplice racconto melodrammatico di una grande storia d’amore che non fa distinzioni di razza, classe, età e specialmente orientamento sessuale… tema decisamente molto attuale.

domenica 14 febbraio 2016

Revenant – Redivivo: la voglia di vendetta secondo Iñárritu


Dopo aver stupito con Birdman, Alejandro González Iñárritu si conferma uno dei registi più talentuosi dell’epoca contemporanea grazie al suo ultimo sforzo cinematografico, Revenant Redivivo (tratto dal libro di Michael Punke), lontano anni luce dal primo sia per scelta di contesto, contenuti che tecnica di ripresa ma altrettanto capace di sbalordire. Un film dalla forza bruta ma dalla potenza indescrivibile che può vantare la straordinaria veridicità anche nelle scene più crude (in particolare la sequenza iniziale durissima dell’attacco violento degli indiani, che rimarrà nella storia del cinema e l’impressionante scena di lotta fra il personaggio di Di Caprio e l’orso grizzly); la strabiliante fotografia di Emmanuel Lubezki, capace di utilizzare al meglio la luce naturale per catturare una natura selvaggia dalla bellezza senza tempo (co-protagonista affascinante e spietata a tutti gli effetti); il trucco e i costumi realizzati in modo quasi perfetto, ma, soprattutto, la bravura degli attori, che non si sono affatto risparmiati e sono stati capaci di mettere a nudo ogni emozione specialmente nell’uso sorprendente dei primi piani.
Va certo reso onore alla stratosferica grandezza recitativa dimostrata da Leonardo Di Caprio, capace di sconvolgere e coinvolgere lo spettatore anche nei momenti di assoluto silenzio: in questo film ha davvero dato tutto se stesso, corpo e anima.
Prima metà dell’800. Il terreno gelido e inospitale del Nord America è stato il triste scenario di numerose lotte degli ultimi indiani che hanno tentato di resistere all’attacco per mano dell’uomo bianco, intento a sfruttare quei territori ancora a lui sconosciuti.
Iñárritu, però, ha voluto raccontare questo triste capitolo della storia americana usandolo come sfondo delle grandi imprese del famoso Hugh Glass. I pochi superstiti di un gruppo di cacciatori di pelli, presi sotto assedio da una tribù di indiani Arikara, decidono di farsi guidare da Glass per ritornare al loro forte sfruttando la sua approfondita conoscenza di quelle montagne e di quei territori così impervi.
Sopravvissuto all’attacco di un orso, resta gravemente ferito e rischia quindi di compromettere il rientro di tutta la squadra. Il perfido compagno di spedizione Fitzgerarld (uno strabiliante Tom Hardy) finge di restare con Glass in attesa dei soccorsi, ma sarà solo la scusa per porre fine alle sue sofferenze e intascare la ricompensa per aver accettato di restare insieme a lui.
Deciso a voler tornare a casa a tutti i costi, Fitzgerarld tenta di soffocare Glass, che viene subito soccorso da Hawk, il figlio mezzo sangue, che viene subito ucciso. Lasciato a morire nel freddo, senza neanche una degna sepoltura, Glass lotterà con tutto se stesso e con quel poco di forze che gli sono rimaste per poter vendicare la morte del figlio.
Revenant, che ricorda per molti versi lo stile del grande regista Terrence Malick, risultando lento in diversi punti (specialmente nei momenti in cui il protagonista ha diverse visioni, alquanto ridondanti e dannose per il ritmo del racconto) e con i dialoghi/monologhi davvero essenziali, è una vera e propria opera d’arte visiva che colpisce al cuore e alla pancia.

martedì 9 febbraio 2016

Voglia di un dolcetto di Carnevale?

Oggi è l’ultimo giorno di Carnevale e quindi, vista la lunga assenza di una bella ricetta nel blog, non ho resistito nel proporvi un dolcetto abbastanza in tono con questa giornata.
Non è una ricetta tipica dei dolcetti che siamo abituati a mangiare in Italia durante il periodo di carnevale come le frappe… bensì è un dolce tipicamente americano e per la precisione di New Orleans… città famosa per il suo Mardi Gras ma soprattutto per i suoi beignets.
Lo so, l’ho presa davvero alla larga oggi, ma vorrei farvi conoscere un dolce semplice ma buono che mi è stato ispirato da un film davvero carino sulla cucina di strada e lo street food di qualità.
Sto parlando di Chef - La ricetta perfetta, film diretto e interpretato da Jon Favreau che racconta la storia di Carl, uno chef molto bravo ma anche molto suscettibile che non accetta l’idea di aver perso un po’ in audacia.
Dopo aver ricevuto una stroncatura per il suo menù ritenuto poco coraggioso, lo chef reagisce in modo eccessivo e il proprietario decide quindi di licenziarlo.
Dopo un primo momento di sconforto, Carl è pronto a rimettersi in gioco e proprio a bordo di un furgone (o meglio noto come food truck) vuole di nuovo accostarsi alla gente vera e cucinare per loro non piatti dal nome altisonante o dal gusto poco chiaro ma dell’ottimo cibo di strada.
Una commedia davvero genuina (forse un po’ scontata sul finale, ma quello è il tocco di Hollywood che non può mancare) che fa venire l’acquolina in bocca per i molteplici piatti succolenti che vengono preparati durante tutto il film.
L’unica pietanza, però, che Carl non cucina ma che quando arriva a New Orleans fa assaggiare al figlio che lo accompagna durante tutto il suo viaggio sono proprio i beignets: cosa sono? Delle semplici ma piacevolissime frittelle lievitate, dall’impasto molto semplice e ricoperte da una montagna di zucchero a velo!
Continuate a leggere… 


Ingredienti: 350 g di farina 00, un cucchiaio di zucchero, 1 bustina di lievito di birra secco, 1 uovo, 1 tazza di latte parzialmente scremato, 1 cucchiaino di sale, cannella, olio per friggere e zucchero a velo.
Procedimento:
1)    Scaldare leggermente il latte e unirlo al lievito, finchè non si sarà completamente sciolto;
2)    Unire all’impasto l’uovo, la farina,lo zucchero,il sale e la cannella (a volontà);
3)    Lavorare energicamente in modo da ottenere un impasto ben fermo ma allo stesso tempo un po’ colloso;
4)    Coprire con un canovaccio e lasciare lievitare fino a quando non avrà raddoppiato in altezza (N.B. per accelerare i tempi di lievitazione potete preriscaldare il forno e lasciare l’impasto sempre coperto al suo interno)
5)    Stendere l’impasto con l’aiuto di un mattarello e ottenere una sfoglia spessa circa mezzo centimetro;
6)    Tagliare a quadrotti di medie dimensioni (circa 4x4)e lasciare nuovamente lievitare per almeno mezzora;
7)    Scaldare l’olio in una pentola capace e friggere i quadrotti di pasta su ogni lato;
8)    Appena diventano dorati, scolare e lasciare asciugare su della carta assorbente;
9)    Cospargere i beignets con abbondante zucchero a velo e servire tiepidi.
P.s. nella foto ho provato anche a fare i beignet con lo zucchero semolato…a voi la scelta?!