Dopo aver stupito con Birdman, Alejandro González Iñárritu si conferma uno dei registi più talentuosi dell’epoca contemporanea grazie al suo ultimo sforzo cinematografico, Revenant – Redivivo (tratto dal libro di Michael Punke), lontano anni luce dal primo sia per scelta di contesto, contenuti che tecnica di ripresa ma altrettanto capace di sbalordire. Un film dalla forza bruta ma dalla potenza indescrivibile che può vantare la straordinaria veridicità anche nelle scene più crude (in particolare la sequenza iniziale durissima dell’attacco violento degli indiani, che rimarrà nella storia del cinema e l’impressionante scena di lotta fra il personaggio di Di Caprio e l’orso grizzly); la strabiliante fotografia di Emmanuel Lubezki, capace di utilizzare al meglio la luce naturale per catturare una natura selvaggia dalla bellezza senza tempo (co-protagonista affascinante e spietata a tutti gli effetti); il trucco e i costumi realizzati in modo quasi perfetto, ma, soprattutto, la bravura degli attori, che non si sono affatto risparmiati e sono stati capaci di mettere a nudo ogni emozione specialmente nell’uso sorprendente dei primi piani.
Va certo reso onore alla stratosferica grandezza recitativa dimostrata da Leonardo Di Caprio, capace di sconvolgere e coinvolgere lo spettatore anche nei momenti di assoluto silenzio: in questo film ha davvero dato tutto se stesso, corpo e anima.
Prima metà dell’800. Il terreno gelido e inospitale del Nord America è stato il triste scenario di numerose lotte degli ultimi indiani che hanno tentato di resistere all’attacco per mano dell’uomo bianco, intento a sfruttare quei territori ancora a lui sconosciuti.
Iñárritu, però, ha voluto raccontare questo triste capitolo della storia americana usandolo come sfondo delle grandi imprese del famoso Hugh Glass. I pochi superstiti di un gruppo di cacciatori di pelli, presi sotto assedio da una tribù di indiani Arikara, decidono di farsi guidare da Glass per ritornare al loro forte sfruttando la sua approfondita conoscenza di quelle montagne e di quei territori così impervi.
Sopravvissuto all’attacco di un orso, resta gravemente ferito e rischia quindi di compromettere il rientro di tutta la squadra. Il perfido compagno di spedizione Fitzgerarld (uno strabiliante Tom Hardy) finge di restare con Glass in attesa dei soccorsi, ma sarà solo la scusa per porre fine alle sue sofferenze e intascare la ricompensa per aver accettato di restare insieme a lui.
Deciso a voler tornare a casa a tutti i costi, Fitzgerarld tenta di soffocare Glass, che viene subito soccorso da Hawk, il figlio mezzo sangue, che viene subito ucciso. Lasciato a morire nel freddo, senza neanche una degna sepoltura, Glass lotterà con tutto se stesso e con quel poco di forze che gli sono rimaste per poter vendicare la morte del figlio.
Revenant, che ricorda per molti versi lo stile del grande regista Terrence Malick, risultando lento in diversi punti (specialmente nei momenti in cui il protagonista ha diverse visioni, alquanto ridondanti e dannose per il ritmo del racconto) e con i dialoghi/monologhi davvero essenziali, è una vera e propria opera d’arte visiva che colpisce al cuore e alla pancia.
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