Sono rimasti davvero in pochi i giornalisti in grado di fare il loro lavoro ovvero di portare alla luce tematiche scottanti e notizie importanti per le proprie comunità locali o per l’intera società senza temere di mettere i bastoni tra le ruote a potenti o politicanti.
Anche sul grande schermo da anni mancava un bel film sul vero giornalismo investigativo, come per esempio il magistrale Tutti gli uomini del presidente di Pakula, ma fortunatamente è arrivato Il caso Spotlight.
Tra il 2001 e il 2002 un gruppo di giornalisti della sezione Spotlight del Boston Globe, composta da Walter Robinson (Michael Keaton), Mike Rezendes (Mark Ruffalo), Sacha Pfeiffer (Rachel McAdams) e Matt Carroll (Brian d'Arcy James), riuscì a portare a galla gli abusi sessuali perpetrati da svariati prelati della Arcidiocesi di Boston, rimasti impuniti dalle autorità e insabbiati dai media e dalla curia per anni.
Il film segue passo dopo passo i lunghi mesi di indagini, ricerche di archivio e interviste con alcune delle vittime ancora in vita (la maggior parte si era suicidata o rimasta uccisa a causa di droga o alcool), precedenti alla pubblicazione di una lunga serie di articoli che smascherarono apertamente la
Chiesa di aver coperto questi atti ignobili e che diedero il coraggio a molte persone di denunciare gli abusi subiti da bambini, che per vergogna avevano preferito tacere.
La cosa che più allarma non è il fatto che il film sia una storia vera (considerato il numero di notizie legate a preti pedofili che ancora oggi vengono a galla in tutto il mondo), ma di come si tratti quasi di una prassi legata a un disturbo sessuale all’interno del clero cattolico.

Nessun commento:
Posta un commento