Adoro la genialità espressiva e
creativa del regista australiano Baz Luhrmann e non sono mai rimasta delusa dalle sue
pellicole (anche per la sua ultima fatica cinematografica, Australia, che non ha riscontrato un grosso successo di pubblico
come per i più acclamati Romeo + Juliet
e Moulin Rouge).
Mesi fa ero inciampata per caso nel trailer in lingua originale di questo film drammatico (tutta un'altra cosa rispetto a quello in italiano!) ed ero rimasta così affascinata dai colori, dai costumi, dagli ambienti e dalla musica che non vedevo l'ora che uscisse in Italia... ma dovremmo aspettare ancora molto purtoppo!
Nel frattempo mi sento di
consigliarvi la lettura dell’omonimo romanzo da cui è tratto il film che è
stato scritto da F. Scott Fitzgerald (1925). Non riscosse immediatamente un
grande successo mentre nel corso del tempo è stato riconosciuto dalla critica
contemporanea come uno dei più grandi romanzi della narrativa americana
classica. L’ho letto quest’estate e ne sono rimasta entusiasta: una ricchezza
di descrizioni minuziose accompagnate da un linguaggio corposo e delicato al
tempo stesso. Non voglio certo svelarvi il finale, ma vorrei dedicarvi la chiusa di questo magnifico libro:
Gatsby credeva nella luce verde, il futuro orgiastico che anno per anno indietreggia davanti a noi. C’è sfuggito allora, ma non importa: domani andremo più in fretta, allungheremo di più le braccia… e una bella mattina… Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato.
(F. Scott Fitzgerarld, Il grande Gatsby, Oscar Mondadori, Milano 2011)
P.s. Per i più curiosi, faccio
presente che esistono già due celebri trasposizioni cinematografiche del
romanzo in questione: il film di Elliot Nugent del ’49 e quello di Jack Clayton
del ’74 con Robert Redford nei panni di Gatsby.
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