giovedì 27 dicembre 2012

E se vivessimo tutti insieme?

Adoro fare queste piccole ma godibilissime scoperte!
Se per caso vi imbattete nel film di cui vi parlerò fra poco, non fate l’errore di perdervelo!
Direi che c’è poco da fare: ultimamente i film francesi mi stanno conquistando da matti.
In questo caso si tratta di E se vivessimo tutti insieme? (titolo originale Et si on vivait tous ensemble?), l’ultimo lavoro del regista Stéphane Robelin, che ha chiuso la 64° edizione del Festival di Locarno. 
Si tratta di una commedia agrodolce che scivola via con leggerezza e riesce a strappare delle sane e grasse risate, lasciando poi una lieve amarezza per via del finale triste ma al contempo pieno di dolcezza, che fa capire quanto l'amore sia importante ma circondarsi di persone che ti vogliono bene a prescindere dall'età o dagli acciacchi lo è ancor di più.
È la storia di cinque amici un po’ in avanti con gli anni. Claude (Claude Riche) uno scapolo ancora molto voglioso e due coppie sposate: Jeanne (una splendida Jane Fonda) con Albert (un intenso Pierre Richard) e  Jean (Guy Bedos) con Annie (Geraldine Chaplin). Vista l’età sono tutti alle prese con acciacchi di vario genere, artrosi, malattie del cuore e arteriosclerosi galoppante.
Si conoscono da una vita e quando si ritrovano insieme è sicuro che la giornata passi in allegria.  Allora perché non vivere tutti insieme come in una comune, sotto lo stesso tetto, dandosi una mano a vicenda? Jean lo dice per scherzo ma poi questa sua bizzarra idea si concretizzerà e tutti quanti andranno a vivere a casa sua e di Annie, dove la moglie è decisa a far posto a un enorme piscina in modo da ospitare più spesso i nipotini. La convivenza non sarà così semplice come pensavano ma porterà a vari e spesso simpatici risvolti nel corso della storia.
Insieme a loro si trasferirà poi anche un giovane etnologo tedesco, Dirk (Daniel Brühl, doppiato con un forzatissimo accento tedesco), che, in cambio del suo aiuto in casa e con il cane di Albert, studia giorno dopo giorno il gruppetto di pensionati per la sua tesi sulla condizione degli anziani in Europa.
Questa pellicola riesce, infatti, ad affrontare con naturalezza la condizione odierna di molti anziani non così decrepiti o confusi da meritare un posto in una triste casa di riposo, i quali hanno ancora tanto da vivere, da scoprire e da sperimentare.


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