Adoro fare
queste piccole ma godibilissime scoperte!
Se per caso vi
imbattete nel film di cui vi parlerò fra poco, non fate l’errore di perdervelo!
Direi che c’è
poco da fare: ultimamente i film francesi mi stanno conquistando da matti.
In questo caso
si tratta di E se vivessimo tutti insieme? (titolo originale Et si on vivait tous ensemble?), l’ultimo lavoro del regista Stéphane Robelin, che ha chiuso la 64° edizione del Festival di Locarno.
Si tratta di una commedia agrodolce che scivola via con leggerezza e riesce a strappare delle sane e grasse risate, lasciando poi una lieve amarezza per via del finale triste ma al contempo pieno di dolcezza, che fa capire quanto l'amore sia importante ma circondarsi di persone che ti vogliono bene a prescindere dall'età o dagli acciacchi lo è ancor di più.
Si tratta di una commedia agrodolce che scivola via con leggerezza e riesce a strappare delle sane e grasse risate, lasciando poi una lieve amarezza per via del finale triste ma al contempo pieno di dolcezza, che fa capire quanto l'amore sia importante ma circondarsi di persone che ti vogliono bene a prescindere dall'età o dagli acciacchi lo è ancor di più.
È la storia di cinque
amici un po’ in avanti con gli anni. Claude (Claude Riche) uno scapolo
ancora molto voglioso e due coppie sposate: Jeanne (una splendida Jane Fonda)
con Albert (un intenso Pierre Richard) e
Jean (Guy Bedos) con Annie (Geraldine Chaplin). Vista l’età sono tutti alle prese con acciacchi di vario genere,
artrosi, malattie del cuore e arteriosclerosi galoppante.
Si conoscono da
una vita e quando si ritrovano insieme è sicuro che la giornata passi in
allegria. Allora perché non vivere
tutti insieme come in una comune, sotto lo stesso tetto, dandosi una mano a
vicenda? Jean lo dice per scherzo ma poi questa sua bizzarra idea si
concretizzerà e tutti quanti andranno a vivere a casa sua e di Annie, dove la
moglie è decisa a far posto a un enorme piscina in modo da ospitare più spesso
i nipotini. La convivenza
non sarà così semplice come pensavano ma porterà a vari e spesso simpatici
risvolti nel corso della storia.
Insieme a loro si trasferirà poi anche un giovane etnologo tedesco,
Dirk (Daniel Brühl, doppiato con un
forzatissimo accento tedesco), che, in cambio del suo aiuto in casa e
con il cane di Albert, studia giorno dopo giorno il gruppetto di pensionati per
la sua tesi sulla condizione degli anziani in Europa.
Questa pellicola
riesce, infatti, ad affrontare con naturalezza la condizione odierna di molti
anziani non così decrepiti o confusi da meritare un posto in una triste casa di riposo,
i quali hanno ancora tanto da vivere, da scoprire e da sperimentare.
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