Dopo già le numerose e fortunate collaborazioni (Non ti muovere e Venuto al mondo) con la scrittrice (e moglie) Margaret Mazzantini, il regista Sergio Castellitto torna a girare un film tratto da un suo ennesimo bestseller, avvalendosi anche di un cast stellare tra cui Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, e le partecipazioni (piccole ma significative) di Anna Galiena, Ángela Molina e Roberto Vecchioni.
Nessuno si salva da solo è un film in cui ognuno si può rispecchiare (più o meno) nelle ordinarie problematiche della quotidianità dei due protagonisti, Gaetano (Scamarcio) e Delia (Trinca). Trasportati da una forte passione, si sposano giovani, hanno dei figli, ma con il passare del tempo cambiano, maturano e vanno in direzioni opposte, pur restando perdutamente innamorati.
Castellitto racconta questa storia forte ma in lento disfacimento usando un registro agrodolce, dove il protagonista nascosto è un dolore vivo e sempre presente, che viene rivissuto in ogni dettaglio attraverso dei lunghi flashback durante una cena tra i due, che stanno decidendo dove portare i bambini in estate.
La rabbia, la sfiducia e il rancore sono sempre dietro l’angolo e basta poco per scontrarsi e prendersi a male parole, rimuovendo tutti i momenti belli di una lunga storia d'amore e pur dichiarando di non essere più innamorati l’uno dell’altro, sanno benissimo che non è la verità.
Nessuno si salva da solo pecca soprattutto nel risultare troppo scontato, anche se racconta con stile una realtà molto vicina alla frustrazione di molte coppie in crisi.
Forse la parte che preferisco meno è proprio il finale, a dir poco stucchevole, dove la presenza di Vecchioni fa sembrare tutto troppo tirato e irreale.
Resta comunque un’ottima prova attoriale per entrambi i protagonisti: finalmente Scamarcio si è tolto di dosso le sue solite faccette e movenze senza senso, sembrando molto più credibile e divertente anche nei momenti in cui si comporta un po’ da “pagliaccio”; la Trinca, invece, si conferma nuovamente una forza della natura e il suo sguardo, carico di intensità e dolore, comunica molto più di ogni semplice battuta.
Da vedere, anche se questa volta la coppia Castellitto-Mazzantini non ha fatto centro.
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