martedì 19 maggio 2015

Samba e la sua vita

I registi Eric Toledano e Olivier Nakache e il protagonista Omar Sy del fortunato Quasi Amici tornano di nuovo insieme in Samba per raccontare con grande ironia il problema degli immigrati irregolari in Francia, i quali compongono lo zoccolo duro di una società nascosta e rilegata a svolgere i mestieri più duri o meno desiderati. 
Samba Cissé (Sy) è un giovane senegalese, clandestino in Francia da dieci anni, che, arrangiandosi con i lavori più disparati, tenta da sempre di ottenere il permesso di soggiorno, cercando nel frattempo di guadagnarsi da vivere per mantenere anche la sua famiglia in Africa e trovare finalmente il suo posto nel mondo. 
Tutto cambierà dopo il suo fortunato incontro con Alice (un’algida e impacciata Charlotte Gainsbourg), una dirigente di un’azienda in congedo dal lavoro dopo aver avuto un brutto esaurimento, che ora tenta di ristabilire un contatto sociale facendo la volontaria in un centro di aiuto per immigrati.
La donna non riesce a mantenere le distanze e si innamora lentamente di Samba, un uomo così lontano dal suo mondo ma così vicino al suo cuore e capace di farla sorridere dopo tanto tempo.
Ricevuta la carta di via e, teoricamente costretto ad abbandonare il suolo francese, Samba deve stare ancora più attento a non farsi scoprire… forse il finale è un po’ scontato, ma completamente in linea con la storia.
Tratto dal romanzo Samba pour la France di Delphine Coulin, la pellicola è in grado di portare sul grande schermo una tematica sociale importante e tangibile come l’immigrazione usando un tono leggero. Una commedia sociale (per nulla politica) ben girata, ma soprattutto ben scritta e ben recitata (anche dai personaggi di contorno), perché riesce con il giusto pizzico di ironia a regalare delle grasse risate anche nei momenti più tristi.


P.s.: Una delle battute più belle del film viene pronunciata da Alice, quando, confortando Samba, preoccupato di dover nascondersi usando in continuazione documenti falsi per restare in Francia, gli dice: “Se hai paura di non ricordare più il tuo vero nome, gridalo al vento come se avessi voglia di danzare!”.

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