mercoledì 24 settembre 2014

ERBE SPONTANEE IN TAVOLA - Per una cucina selvatica, con ricette sane, naturali e locali

Oggi non parlerò nè di un film e nè di una ricetta... bensì di un libro di ricette! Ho avuto la fortuna di leggerlo e recensirlo per la rivista MusiCulturA on line ed è davvero interessante, specialmente se siete o avete amici vegeteriani o vegani.
Si tratta, infatti, di  un ampio ricettario vegan che ha come protagoniste le 16 erbe selvatiche più diffuse e facili da reperire in Italia per garantirsi uno stile di vita più semplice, naturale ed ecosostenibile.

"Sono cresciuta in campagna e spesso mi sono trovata a riflettere su quanto sia veramente fortunata a poter mangiare le cose buone del mio orto, ma grazie al libro di ricette di Annalisa Malerba, “Erbe spontanee in tavola - Per una cucina selvatica, con ricette sane, naturali e locali”, ho scoperto anche come rivalutare le comuni erbacee, che da sempre sapevo avessero delle proprietà benefiche nascoste ma che avevo sempre estirpato senza dar loro una seconda chance in cucina.
Annalisa Malerba è una vera appassionata di erbe spontanee e il lettore non fa fatica a percepirlo sia nel modo in cui le descrive singolarmente che per il modo in cui le utilizza in ricette tanto particolari quanto salutari.
L’autrice ci tiene a specificare che il suo non è un cognome d’arte, ma un dono del destino; sin da bambina è rimasta affascinata da questo mondo e dopo aver incontrato il veganismo lo ha intrecciato all’impegno per i diritti degli animali umani e non umani, nonché per la tutela della biodiversità. Accanto alla professione di contadina e al percorso accademico nella facoltà di Medicina e Chirurgia, ha acquisito una professionalità come chef e docente di cucina naturale, tutta al vegetale.
Leggendo questo libro così piacevole, ben scritto e documentato dalle magnifiche foto di Carla Leni, è possibile accostarsi alla fitoalimurgia o anche detta botanica delle piante alimentari, che più semplicemente indica la scelta di un’alimentazione ricca di erbe spontanee.
I termini dispregiativi come malerbe o piante infestanti usati per definire le comuni erbacce si sprecano, mentre l’agricoltura biologica le descrive come “erbe accompagnatrici”, considerandole delle erbe spontanee belle e profumate, oltre che saporite: amaranto, equiseto, erba cipollina, menta, ortica, papavero, pratolina, tarassaco e violetta; ma anche centocchio, consolida, falsa ortica, farinello, parietaria, porcellana e rovo. Una serie (quasi) infinita di foglie, steli, boccioli e fiori da conoscere, riconoscere e raccogliere nei prati, sul ciglio della strada e ovunque la vegetazione spontanea l’abbia vinta sulla cementificazione.
In effetti il terreno in genere ha perso la sua caratteristica di essere vivente e viene schiavizzato e sfruttato dall’uomo che ormai si è piegato all’uso massiccio di diserbanti e fertilizzanti, che ha comportato l’effettiva scomparsa di piante selvatiche. “Eppure, ogni volta che muoviamo la terra e la lasciamo nuda, ogni volta che è lasciata scoperta dalle specie che si sono avvicendate, essa stessa reagisce coprendosi nuovamente. […] Se qualche erbaccia è sopravvissuta e ha continuato spavalda a rinascere e a proliferare qui, significa che non avete scuse: basta il desiderio di scoprire, raccogliere, sperimentare. Un po’ di foraggio si trova dappertutto.”
Questo libro, quindi, è un invito a cuore aperto a cimentarsi nella scoperta di quante specie e famiglie di malerbe esistano e lo fa guidando la mano anche dei neofiti con delle schede dettagliate per ciascuna di esse. Corredate di foto per riconoscerle, vengono presentate ufficialmente una a una con la loro etimologia esatta (il loro nome comune e quello botanico in latino) e una descrizione dell’habitat e dei costituenti; è possibile poi trovare elencati tutte le dovute precauzioni come anche i pregi culinari e nutritivi e i trucchi per raccoglierle nel periodo giusto, conservarle e cucinarle.
L’autrice di questo originale ricettario 100% vegetale e tutto a costo zero ha scelto le 16 erbe selvatiche più diffuse e facile da reperire in Italia e le più gradevoli al palato e le ha fatte diventare protagoniste di ricette particolari e sfiziose, in cui si spazia dal salato al dolce, vengono accostati consistenze e profumi insoliti e si possono reperire facilmente informazioni botaniche, storiche e nutrizionali oltre che fitoalimurgiche.
Piatti in apparenza rustici ma molto eleganti nella loro semplicità e valorizzati dal tocco di Carla Leni. Autrice del blog La Cucina della Capra ha coniugato la sua passione per la fotografia con la sensibilità verso uno stile di vita etico e sostenibile, fotografando con grande maestria tutte le erbe e le ricette del libro.
5 ricette per erba divise per portata con almeno una proposta crudista per smorzare la monotonia in cucina e per “trarre dal cibo i maggiori benefici possibili in termini di preservazione dei nutrienti”.
Lodevoli la scelta grafica di un’impaginazione chiara e semplice come anche la bibliografia finale ricca sia di libri di botanica per un corretto riconoscimento delle piante che testi dedicati alla fitoalimurgia con diverse proposte culinarie. 
Nonostante sia un’onnivora doc, devo ammettere che leggendo questo manuale ho deciso di provare diverse ricette, visto che già intorno ai viottoli vicino casa ho la fortuna di aver avvistato senza problemi una quantità smisurata di ortica, porcellana e pratolina… e forse anch’io ora inizierò a guardare con meno sufficienza queste erbe spontanee dai mille segreti e benefici nascosti. Considerato che in tempi duri i nostri avi ne hanno fatto uso perché non avevano altro di commestibile da mangiare, resta a noi il compito di valorizzarle in cucina e non solo.
Non bisogna aver paura di sperimentare e aprirsi all’idea di provare a cucinare con nuovi ingredienti naturali: buona lettura e buon appetito!"


ERBE SPONTANEE IN TAVOLA - Per una cucina selvatica, con ricette sane, naturali e locali di Annalisa Malerba, Sonda Editore, 2014, ISBN 978-88-7106-731-5, € 19,90, pp. 224, formato 21x26,5 cm

giovedì 18 settembre 2014

Quale futuro per i nostri ragazzi?

Presentato nella sezione "Giornate degli autori" della 71° Mostra del cinema di Venezia, I nostri ragazzi, l’ultimo film del regista Ivano De Matteo (già conosciuto con Gli equilibristi), lascia davvero l’amaro in bocca.
Una storia molto dura e intensa che coinvolge nel profondo due fratelli e le loro rispettive famiglie.
Ispirato al libro di Herman Koch, "La cena", la trama riguarda principalmente il conflitto tra cuore e ragione. Due fratelli, due uomini di successo appartenenti alla borghesia della Roma che conta: Massimo fa l’avvocato penalista (Alessandro Gassmann), un po’ sbruffone, che si trova a difendere anche chi innocente non lo è, mentre Paolo è un chirurgo pediatrico (Luigi Lo Cascio), serio e scherzoso allo stesso tempo, che crede nei sani principi e fa di tutto per salvare i suoi piccoli pazienti e rincuorare le loro mamme apprensive.
La loro diversità di vedute viene a galla ogni volta che iniziano a discutere su qualsiasi cosa come durante la cena di rito al solito ristorante una volta al mese, dove anche le loro mogli, Sofia e Clara (una Barbora Bobulova molto distaccata e Giovanna Mezzogiorno, a tratti un po’ forzata) sono costrette a malincuore a sopportarsi.
Eppure accadrà qualcosa che sconvolgerà gli ideali di entrambi. I rispettivi figli adolescenti, infatti, si ritrovano invischiati in un grosso guaio, che tentano di nascondere fino alla fine, perché convinti di poterla fare franca. Benedetta (Rosabell LaurentiSellers), la figlia del primo matrimonio di Massimo (Gassman), è una ragazza alla moda, popolare e molto sicura di sé, mentre Michele (Jacopo Olmo Antinori, già visto e apprezzato in Io e te di Bertolucci) è un ragazzo tormentato e molto introverso. I due sono cresciuti insieme e agli occhi dei loro genitori sono sempre stati dei bravi ragazzi, studiosi e dediti al divertimento vista la loro età, eppure si rivelano due esseri completamente diversi, poveri di sentimenti, violenti e immoralmente razzisti.
Non hanno commesso una banale bravata: hanno picchiato e lasciato in fin di vita una povera barbona, senza accorgersi di esser stati ripresi da una telecamera di sorveglianza esterna. Fortunatamente non sono stati riconosciuti viste le immagini sgranate e poco chiare diffuse tramite il noto programma “Chi l’ha visto”, ma i loro genitori hanno subito capito che si tratta di loro. Cosa fare adesso? Inventare un alibi di ferro che possa scagionarli da un eventuale accusa o denunciarli come giusto alla polizia?
Le due coppie di genitori sono consapevoli che una denuncia potrebbe porre fine al futuro e alla felicità dei propri ragazzi, ma è giusto andare contro la propria morale? La paura di mandarli in carcere fa scattare dei meccanismi alquanto diversi nelle menti dei due fratelli, che vedono mettere in discussione i ruoli di buono e cattivo, cucitigli addosso sin dall’inizio del film.
La tensione sale piano piano fino a tramutare in una vera e propria raffinata tragedia, che, con un finale al cardiopalma, non scioglie ogni dubbio allo spettatore, ma rivela quanto sia difficile fare la cosa giusta quando c’è di mezzo la vita o il futuro di chi si vuol bene.

lunedì 15 settembre 2014

Un brasato... in azione!

Mr. & Mrs. Smith (2007) è un film di Doug Liman, interpretato da Brad Pitt, Angelina Jolie e Vince Vaughn.
All'epoca dell'uscita il film fece molto rumore non tanto perché vedeva per protagonisti due sex symbol mondiali, ma più che altro perché fu proprio a causa di questa pellicola che Brad Pitt lasciò la moglie di allora, Jennifer Aniston, per metter su famiglia con la Jolie.
Due parole sulla trama...
John (Pitt) e Jane (Jolie) sono sposati da diversi anni e il loro matrimonio ormai sembra immerso in una noiosa routine. Decidono di correre in qualche modo ai ripari, tentando la terapia di coppia, con cui vengono a galla molte problematiche, tra cui anche quella che non fanno più l’amore da tanto tempo.
Peccato che si siano dimenticati entrambi di confessare all’analista il loro vero lavoro. Sono entrambi dei sicari, che lavorano inconsapevolmente per due agenzie rivali, le quali un giorno gli affideranno come bersaglio proprio il rispettivo coniuge. A causa di questa delicata missione, entrambi scopriranno questa scomoda verità… anche se non appena saltano le loro coperture, vedranno riaccendersi improvvisamente la passione e decideranno di unire le forze per capire chi li vuole morti.
La pellicola, una sorta di film d’azione/romantico ben confezionato e ben pubblicizzato che ha raccolto un grande successo di botteghino, ha come lato positivo di aver dato il la a una relazione che dura davvero da parecchio tempo e che proprio poche settimane fa ha visto convolare a nozze le due star in una cerimonia privata, circondati dalla loro numerosa prole.
La scena centrale della cena è forse anche la parte più divertente del film, visto poi come degenera in un combattimento alla pari che vede la distruzione completa di una casa magnificamente arredata.
Da brava mogliettina Jane ha preparato un bel brasato, lasciando l'onore al marito di tagliarlo.
Il brasato al vino rosso è un piatto davvero buono e dal gusto intenso, che non vi farà sfigurare di certo se avete degli ospiti. In particolare potreste usare il Barolo, un vino dal gusto decisamente corposo, che ha reso questo piatto una pietanza tipica della cucina Piemontese. La ricetta può sembrarvi molto laboriosa, ma vi assicuro che è allo stesso tempo molto semplice. Il segreto per la buona riuscita del brasato sta tutta nella marinatura!


Ingredienti: 1kg di carne di manzo (taglio noce o cappello di prete), 1 l di vino rosso, 2carote, 2 coste di sedano e qualche fogliolina, 1Cipolla, 1 rametto di origano, 4 foglioline di basilico, 1 rametto di rosmarino, 4 chiodi di garofano, 1 piccolo spicchio di aglio, 4 foglie di alloro. 6 grani di pepe verde, sale, 30 g burro, 2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva.

Procedimento:
1) Asciugare la carne con un po’ di carta assorbente e riporre in una ciotola capiente;
2) Nel frattempo pulire le verdure e, dopo averle tagliate a pezzetti, unirle alla carne;
3) Aggiungere le spezie e tutto il vino fino a ricoprire la carne, che andrà fatta marinare per almeno 12 ore in un posto fresco;
4) Togliere la carne dalla marinatura e far rosolare su ogni lato in un pentola dove precedentemente è stato fatto sciogliere del burro insieme a dell’olio;
5) Dopodiché aggiungere le verdure e le spezie e lasciar cuocere per circa 15 minuti
6) Dopo aver salato la carne e le verdure, versare anche la marinatura fatta appena riscaldare in precedenza;
7) Lasciar sobbollire dolcemente per almeno 2 ore;
8) Una volta raggiunta la cottura del brasato, togliere la carne dalla pentola e lasciarla raffreddare a parte, in modo da poterla tagliare a coltello;
9) Passate al mixer tutte le verdure e il fondo di cottura in modo da ottenere un’ottima salsa di accompagnamento, che andrà fatta ridurre leggermente sul fuoco;
10) Servire il brasato con la salsa insieme a verdure dal gusto più dolce come patate o piselli.