lunedì 28 gennaio 2013

Il grande Anderson è tornato!

Dopo averne preannunciato l'uscita in uno dei miei primi post di settembre, sono finalmente riuscita a vedere Moonrise Kingdom, l’ultimo film dello straordinario Wes Anderson e non ne sono rimasta affatto delusa.
Mi sono piaciuti all'inverosimile l'estetica curata di ogni singola inquadratura,  il suo stile a tratti surreale e l'ironia così sottile, che ricordano molto anche nelle ambientazioni, gli arredi e i costumi I Tenenbaum.
Settembre 1965. Sullo sfondo si presume l'arrivo di una tempesta su una piccola isola a largo del New England, mentre le vicende legate alla fuga avventurosa di due adolescenti innamorati, Sam e Suzy (la giovanissima coppia di straordinari esordienti Jared Gilman e Kara Hayward), porterà lo scompiglio tra  tutti gli abitanti.
Durante una delle solite ispezioni mattutine nel campo estivo degli scout Khaki, il Capo-Scout Ward (un magnifico Edward Norton... uno dei miei attori preferiti, a cui ho perdonato persino di aver vestito i panni di Hulk) scopre l'assenza del giovane (orfano) Sam. Egli ha deciso di abbandonare per sempre i suoi compagni lasciando semplicemente una lettera di "dimissioni", che ferisce nel profondo Capo Ward, poiché il campo e la vita da scout sono diventati per lui una vera filosofia di vita.
Nel frattempo è scomparsa anche Suzy Bishop, la quale, ritenuta da chiunque una ragazza strana, problematica e violenta, ha deciso di fuggire via dalla sua famiglia, poiché da sempre si sente un'estranea con i suoi stessi genitori, i quali si accorgeranno della sua fuga solo perché ha portato via con sè il "mangianastri" di uno dei suoi fratellini.
I due adolescenti si erano conosciuti per caso tempo prima durante una recita scolastica e si erano subito trovati per via della loro inadeguatezza interiore e forte disubbedienza nell'ambiente familiare. Partono quindi all'avventura, decisi nel seguire un antico sentiero tracciato dai nativi attraverso i boschi dell'isoletta, ma sono ancora incosapevoli del fatto che tutti, compresi anche gli odiosi compagni di Sam (che in realtà poi andranno in soccorso dei due giovani e impavidi innamorati), sono sulle loro traccie... solo in questo modo Sam e Suzy hanno "involontariamente" richiamato l’attenzione di quel mondo adulto a cui erano stati sempre così indifferenti
I due giovani protagonisti sono circondati da un ensemble di attori magistrali quali la coppia di avvocati/genitori di Suzy ovvero Bill Murray (con la sua magnifica faccia "da schiaffi") e Frances McDormand; il poliziotto Bruce Willis, triste e un po' depresso, perché non ricambiato sentimentalmente dalla McDormand, sua amante, ma che, oltre a capo Ward, sembra veramente tenere a Sam a differenza di "Servizi sociali" interpretati da un'algida Tilda Swinton. Notevoli anche le piccole parti di attori del calibro di Harvey Keitel e Jason Swartzman.
Insomma guardatelo... non ve ne pentirete!!!

Una delle magnifiche locandine del film.
P.S.: Straordinaria la scelta di usare sia all'inizio del film che nei titoli di coda la musica e le parole di "Variazione e fuga su un tema di Henry Purcell" di Benjamin Britten: un disco in vinile in cui una voce narrante presenta i diversi strumenti dell'orchestra prima che venga eseguita la fuga del tema principale.

Aperitiviamo?

Un film da vedere dopo un abbondante aperitivo. Vi avverto che sarà la prima di una lunga serie di ricette tratte da questo film... Ocean's Eleven - Fate il vostro gioco (2001) di Steven Soderbergh. Una commedia brillante e attenta all'intreccio della storia e dei signoli personaggi (cosa che di certo non si può affatto dire dei due sequel successivi di qualità più che scadente, nonostante lo stesso riuscitissimo ensemble di attori), nonchè remake del celeberrimo Colpo Grosso di Ted Griffin degli anni '60. Danny Ocean (George Clooney) è appena uscito di prigione e ha già in mente di organizzare il colpo del secolo a Las Vegas. Insieme al suo amico e uomo fidato, Rusty Ryan (Brad Pitt), metterà in piedi una banda di uomini specializzati in vari campi con l’intento di svaligiare ben tre casinò di proprietà del cattivissimo Terry Benedict (Andy Garcia), il quale ha avuto la sfortuna di far innamorare l’ex-moglie di Danny, Tess (una Julia Roberts rossa fiammante). 
Il cast come già detto è a dir poco stellare e oltre ai nomi già citati vanno ricordati anche Matt Damon, Don Cheadle, Carl Reiner, Scott Caan, Casey Affleck, Bernie Mac, Eddie Jemison, Shaobo Qin e il magnifico Elliot Gould.

Come non notare la prima pietanza che si sta sbafando Rusty prima di una partita a poker con i suoi allievi? Sono esattamente dei nachos coperti in quantità smisurata di un formaggio arancione (un colore per me assai poco rassicurante).
In realtà sono dei semplici triangolini di farina di mais fritti, molto popolari nella cucina messicana, che possono essere ricoperti per l’appunto di formaggio fuso o “pucciati” in salse piccanti tanto apprezzate come quella messicana o la guacamole.
Ecco per voi il mio tentativo di nachos messicani per uno sfizioso aperitivo…

 

Ingredienti (per circa 30 nachos): 250 gr farina di mais gialla, 50 gr farina 00, 250 ml di acqua tiepida, olio di semi q.b., formaggio filante, paprika e sale

Procedimento:
1) Mischiare la farina di mais con l’acqua tiepida e un pizzico di sale e paprika fino a ottenere un composto ben compatto, che farete riposare per circa mezzora;
2) Successivamente prendere una parte dell’impasto e stenderlo con il mattarello tra due fogli di carta forno, in modo da ottenere una sfoglia sottile di forma circolare (aiutandovi con un coperchio);
3) Procedere poi a tagliare la sfoglia in otto spicchi (N.B.: lasciateli seccare per un momento, così sarà più facile rimuoverli dalla carta forno senza che si spezzino);
4) Versate pochissimo olio di semi in un padella e, non appena sarà arrivato a temperatura, procedete a friggere i triangolini uno a uno e, una volta raggiunta una giusta doratura, farli ben scolare su abbondante carta assorbente;
5) Cospargere alcuni spicchi con dei pezzi di formaggio filante e riporre in forno per 2 minuti a 200°;
6) Servire i nachos in tavola ancora caldi.


Non mi resta che dirvi... buen apetito!

P.s.: Nel caso qualcuno ha la briga di leggere le mie stramberie, non se la prenda se ho preferito il trailer in lingua originale, ma sono una purista e amo che le voci di certi attori non siano doppiate!
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giovedì 24 gennaio 2013

Gli equilibri instabili della vita

Pensavo che non sarei più riuscita a vederlo al cinema... e invece no!
Gli Equilibristi, il nuovo film del regista Ivano De Matteo, che ha partecipato alla sezione Orizzonti all'ultimo Festival del Cinema di Venezia, regala un triste spaccato sul crescente numero di separazioni familiari, che costringono molti padri a perdere la propria dignità, dormendo in macchina e ricorrendo a doppi turni o lavori sottopagati per riuscire a mantenere la propria famiglia dopo il divorzio.
Giulio (un magistrale e profondo Valerio Mastandrea), un semplice impiegato quarantenne del comune di Roma, decide insieme alla moglie (Barbara Bobulova) di separarsi e andare via di casa dopo il tradimento di lui con una collega di lavoro, che ha segnato lo sfascio della sua vita apparentemente normale. Nonostante il suo stipendio da posto fisso, i soldi non sembrano bastare mai viste le continue spese come l'affitto della casa, le rate della macchina, l'apparecchio ai denti del figlioletto (Lupo De Matteo) e la gita a Barcellona della figlia adolescente (Rosabel Laurenti Sellers).
Lo spettatore assiste inerme alla discesa del protagonista in uno stato di semi-povertà e anche se all'inizio il film riesce anche a regalare qualche sorriso grazie alla romanità racchiusa in diverse battute agrodolci e situazioni tragicomiche, si scivola poi verso una drammaticità pungente e triste, che finisce anche per trasformare Giulio in un uomo ferito nell'orgoglio e arido di sorrisi e abbracci per i suoi figli.
Un finale pieno di pietà che lascia mille pensieri in testa sul senso di dignità che certe persone finiscono per perdere a causa di un tessuto sociale sempre più distaccato da certe problematiche.



P.S.: Secondo me il nome della giovanissima e già talentuosa Rosabel Laurenti Sellers dovremmo tenercelo bene a mente... sarà una che farà sicuramente strada nel cinema (anche se già di cose ne ha fatte)!

mercoledì 23 gennaio 2013

Biscotti, biscotti, biscotti...

Questo film è entrato a far parte della mia vita per caso e l'ho adorato sin da subito... quindi ve lo straconsiglio, perché è proprio adatto a chiunque ama le belle storie, le sceneggiature ben scritte, ma soprattutto adora sognare un po' a occhi aperti proprio come me.
Si tratta di Vero come la finzione (titolo originale Stranger than Fiction) diretto nel 2006 da Marc Forster. La storia in realtà è una sorta di favola che ruota tutta intorno a un semplice funzionario del fisco, Harold Crick (Will Ferrell) e il suo orologio da polso, che scandisce la sua giornata in calcoli infiniti.
Il bello del film è che ogni gesto, pensiero ed emozione di Harold viene descritto dalla voce dell’autore onnisciente ovvero la scrittrice Karen Eiffel (una nevrotica ma sempre straordinaria Emma Thompson), che, non appena avrà fatto presente al suo personaggio di essere prossimo alla morte, avrà il piacere di conoscerlo dal vivo.
Nel film vanno menzionati anche QueenLatifah nelle vesti di Penny, l’assistente inviata dalla casa editrice della Eiffel per aiutarla a trovare un finale al suo nuovo romanzo; Dustin Hoffman, invece, è Jules Hilbert, un esperto professore di letteratura che aiuterà Harold a capire se sta vivendo in una commedia o una tragedia (stimolandolo nel frattempo a vivere davvero la sua vita, così da riscoprire nuove emozioni e passioni) e Maggie Gyllenhaal, alias Ana Pascal, una pasticciera anticonformista e ipertatuata, di cui si innamorerà il protagonista.
Forster è semplicemente riuscito a portare sul grande schermo una storia non convenzionale e a creare una magia sottile sul tema del rapporto tra l’autore e i suoi personaggi letterari, intrecciando realtà e finzione, in modo da regalare emozioni uniche “infarcite” con un pizzico di umorismo e armonizzate da una colonna sonora stupefacente.
Qui sotto mi sono permessa di inserirvi la scena finale in cui vengono citati proprio i biscotti della ricetta di oggi: i bavaresi allo zenzero (da me completamente rivisitati... come al solito).



Ingredienti: 300 gr farina 00, 100 gr farina di mandorle, 100 gr di zucchero, 2 uova, 50 gr di burro, 200 ml di latte parzialmente scremato, 1 cucchiaino di lievito, 2 cucchiaini di zenzero fresco grattugiato e sale

Procedimento:
1) Unire la farina, lo zucchero, un pizzico di sale e il lievito insieme alle uova, allo zenzero grattugiato, al burro fuso e al latte;
2) Stendere finemente l'impasto ottenuto e formare dei biscotti con degli stampini di vari dimensioni o fatture;
3) Riporre i biscotti su di un piatto con della carta da forno e cuocere a 200° per 20 minuti circa (N.B. potete anche spolverare a piacere con dello zucchero di canna o unire all'impasto del cacao amaro per creare biscotti bicromatici).



Sono semplicemente deliziosi... evviva lo zenzero che finora non conoscevo a livello gustativo!!!

venerdì 18 gennaio 2013

Un atlante di emozioni

Ammetto che mesi fa quando avevo visto il trailer originale di Cloud Atlas ne ero rimasta incuriosita, ma allo stesso tempo ero alquanto scettica... ma ora che ho visto il film, mi sono del tutto ricreduta.
Tratto dall’omonimo romanzo di David Mitchell, il film racconta in un intreccio narrativo sbalorditivo sei storie diverse, creando dei collegamenti inaspettati tra tutte loro nel corso dei secoli dei secoli.
Passato, presente e futuro sono quasi inesplicabilmente collegati tra loro e le azioni di ogni singolo uomo come una piccola gentilezza o un grave sgarbo possono cambiare in maniera decisiva il destino degli altri. Il film non tenta di spiegare il significato della vita o della morte e per quanto mi riguarda non parla tanto meno di reincarnazione (anche se in qualche modo i personaggi sembrano mantenere dei ricordi delle vite trascorse), ma più semplicemente analizza la potenza dell’amore sotto ogni sua sfaccettatura. L’amore per i propri cari, l’amore “fulmineo” per uno sconosciuto, l’amore per un altro uomo o donna, l’amore per la musica e la scrittura come la più grande forma di libertà di espressione ma soprattutto l’amore e la sete di verità.
È un film molto lungo? Sì, dura quasi tre ore, ma scivolano via che è un piacere.
È una storia semplice da raccontare? No, ma per questo motivo va visto per assaporare in pieno la delicatezza delle storie di ciascun personaggio, senza tener conto dell’epoca in cui è narrata. Si inizia dai primi del 1800 con le avventure di Adam Ewing (Jim Sturgess) annotate in un diario, il quale sarà poi ritrovato da Robert Frobisher (Ben Whishaw), un compositore omosessuale degli anni Trenta. Si passa agli anni Settanta con la giornalista Luisa Re (Halle Berry), che indaga sulle irregolarità dietro un progetto di una grande multinazionale e si arriva poi ai giorni d’oggi con Timothy Cavendish (uno spettacolare Jim Broadbent), un piccolo editore alle prese con problemi di liquidità e un fratello “vendicativo”. Per poi finire con la storia di Sonmi-451 (Donna Bae), un clone di un futuro non molto lontano e quella di Zachry (Tom Hanks), che è voce narrante di tutto il film e vive in un mondo di un periodo lontano, tornato alle antiche origini (circa 100 anni dopo che la città di Neo Seoul è stata risucchiata sotto l’acqua).
È una storia tanto intrecciata? Sì, ma posso assicurarvi che è pura poesia per gli occhi vista la cura e la potenza delle immagini, supportate da una straordinaria colonna sonora.
I tre registi, Andy e Lana Wachowski (conosciuti per la trilogia cinematografica di Matrix) e Tom Tykwer (Lola corre e Profumo – Storia di un assassino), non si sono fatti mancare nulla e hanno messo a lavoro un ensemble di attori senza uguali (messi in ordine secondo il mio personalissimo metro di giudizio di bravura): Jim Broadbent, Ben Whishaw, Tom Hanks, Jim Sturgess, Halle Berry, Doona Bae, James D’Arcy, Hugo Weaving, Susan Sarandon, Hugh Grant e molti altri ancora.



P.s.: È stato divertente cercare durante tutto il film di capire quali fossero gli attori nascosti dietro i vari personaggi truccati con una grandissima maestria! Non ci sono ostacoli di razza o di sesso e solo per fare un esempio… è a dir poco magnifica Halle Berry nelle vesti di Jocasta, una donna bianca ebrea.

lunedì 14 gennaio 2013

Che vellutata... Bridget Jones!

Neanche a dirlo la ricetta di oggi è tratta dal film Il diario di Bridget Jones (2001) della regista Sharon Maguire ovvero l'adattamento cinematografico dell'omonimo libro di Helen Fielding
Si tratta di una commedia (molto) leggera che narra le vicessitudini della vita un po' stramba di una single trentenne londinese, Bridget Jones (Renée Zellweger), che, alle prese con un diario personale, capisce di bere, fumare e mangiare troppo e sembra decisa a voler cambiare vita e trovare l'uomo giusto per lei. 
Chi sceglierà tra Daniel Cleaver, il boss fannullone sciupafemmine (Hugh Grant) o Mark Darcy, il posato e riflessivo avvocato di successo (Colin Firth)?   


Nel film si parla di molto alcool, cibo spazzatura o piatti tipicamente natalizi... io ho scelto, però, la zuppa di porri blu che Bridget propone durante la sua cena di compleanno. Non spaventatevi, la mia è una vellutata e non è affatto blu!


Ingredienti (per 4 persone): 450 gr di porri, 150 gr patate, 1/2 l di brodo vegetale, burro q.b., 1 cucchiaio di olio di oliva, origano, sale e pepe 

Procedimento:
1) Mondare i porri e lavarli bene sotto abbondante acqua corrente;
2) Far riscaldare una noce di burro in un pentolino, dove lasciare appassire leggermente i porri tagliati a rondelle finissime e conditi con una spolverata di origano e un pizzico di pepe e sale;
3) Aggiungere un mestolo di brodo vegetale e solo quando i porri avranno assorbito tutto il liquido, mettere a rosolare anche le patate a tocchetti, poi aggiungere tutto il resto del brodo;
4) Lasciar cuocere per almeno 20 minuti, poi procedere a frullare il composto in modo da ottenere una purea liscia (condire a piacere con un giro d'olio extra vergine d'oliva);
5) Servire con delle fette di pane tostato o dei dadini di pane raffermo ripassati in padella con un filo di olio.

domenica 13 gennaio 2013

La perfezione di Paul Thoman Anderson

Come avevo immaginato e già preannunciato nel mio post di settembre, The Master di Paul Thomas Anderson è un capolavoro e merita davvero di esser visto, perché è quel genere di film “insolito” per la sua bellezza, data da un'estrema poeticità e da una perfezione ricercata dietro ogni inquadratura, ogni primo piano e ogni scambio di battute. Nulla è lasciato al caso... ogni dettaglio e ogni gesto nascondono un significato ben preciso.
E' un film che in fondo non fa che parlare di due vite agli antipodi, due personalità tanto diverse in apparenza ma tanto simili, in quanto entrambe alla ricerca di risposte.
Lancaster Dodd (Philip Seymour Hoffman) è il capo di una setta denominata La Causa, che, utilizzando metodi quali ipnosi, sedute di salti temporali e altri generi di esperimenti psicologici, vuole creare una disciplina fondata solo sulle sue idee assolute da diffondere nell'America degli anni '50, ancora scossa dalla seconda guerra mondiale e molto facile da plagiare.
Sul suo cammino inciampa Freddie Quell (Joaquin Phoenix), un povero reduce disgraziato, alcolizzato e ossessionato dal sesso, che si trasformerà nel suo braccio destro fidato e nel suo allievo più difficile.
Tra i due si instaura sin da subito un rapporto molto intenso, perché intuiscono di aver bisogno l’uno dell'altro. Il primo deve dare prova di tutti quei dogmi che ha dettato e promosso in giro per il paese e il secondo, che non è riuscito ancora a trovare la sua strada, forse vuole essere salvato o più semplicemente far parte di qualcosa in cui crede di poter fare la differenza (magnifica la sequenza delle domanda a raffica del primo esperimento, che è tutta giocata sui primi piani dei due attori). Il Maestro-Hoffman cerca la perfezione e aborra l'istinto animalesco che tutti gli uomini nascondono dentro di sé e fanno fatica ad abbandonare, poiché sostiene che l’uomo è un essere perfetto. Freddie, però, pur provando in tutti i modi a entrare nell’ottica della Causa e a credere fermamente che il Maestro rappresenti per lui una sorta di cura, non riesce a trasformarsi, perché il suo modo di essere è ormai talmente radicato nel profondo, che sa per primo (e meglio di altri) che non potrà mai cambiare.
Forse il finale lascia un po' desiderare... io avrei preferito come conclusione il magnifico primo piano di Freddie che, per l'ultima volta di fronte al suo amico e mentore, capisce che non potrà mai far parte di quel movimento e una languida lacrima solca il suo viso sofferto. 
Philip Seymour Hoffman ha dato ancora prova della sua immensa bravura, che, in tutta sincerità, rimane completamente offuscata dalla straordinaria prova attoriale di Joaquin Phoenix, che con questa interpretazione ha raggiunto dei livelli mai visti. Pensando, inoltre, che il regista Paul Thomas Anderson ha soli 43 anni, possiamo ancora aspettarci tanto da lui… e non vedo l’ora!




P.s.: Dopo la meritata vittoria del Leone d'Argento e della prestigiosa coppa Volpi (in ex aequo per Phoenix e Hoffman) al Festival del Cinema di Venezia, sono certa che questa pellicola farà man bassa anche di altri importanti ricononoscimenti come i Golden Globes e gli Oscar (anche se ancora non mi capacito del fatto che non sia stato nominato Anderson per la miglior regia).

lunedì 7 gennaio 2013

Chi ha voglia di French Toast?

Non avete mai assaggiato i French Toast? Grande errore... a cui si può subito rimediare. Mi raccomando però di non cucinarli come nella scena qui sotto con Dustin Hoffman in Kramer contro Kramer (1979).
Giusto due parole prima di passare alla ricetta...
Per chi non l'avesse mai visto si tratta di un film di grandissimo successo che ha guadagnato diversi riconoscimenti tra cui 2 David di Donatello come miglior film e attore straniero, 4 Golden Globe e 5 premi Oscar come miglior film, regia e sceneggiatura non originale (Robert Benton), attore protagonista e attrice non protagonista. 
La storia ruota attorno a una famiglia di New York. Una coppia giovane e un bambino piccolo. Joanna (una magnifica e giovanissima Meryl Streep), è una moglie e una madre insoddisfatta che vuole a tutti i costi trovare la sua strada come donna e per questo decide di lasciare il marito e il figlio Billy (Justin Henry, anch'egli nominato agli Oscar per la sua interpretazione come miglior attore non protagonista e vinse uno speciale David di Donatello).
Lui, Ted (Dustin Hoffman), è un pubblicitario stacanovista, che ama e vive per il suo lavoro, ma di punto in bianco si vede costretto a mettere in secondo piano la sua professione e dedicarsi completamente al figlioletto a cui deve fare sia da padre che da madre. Tra Ted e Billy nasce un bellissimo rapporto di intesa, ma, trascorso un po' di tempo, la mamma si rifà viva. Si è resa conto di aver sbagliato e vuole riabbracciare suo figlio. Ted non vuole e non accetta neanche il fatto che la donna reclami la custodia del bambino, così finiscono in tribunale. La battaglia legale trai due genitori sarà davvero accesa e piena di colpi bassi. Alla fine, però, il giudice concederà la custodia del piccolo a Joanna e Ted decide di non ricorrere in appello per evitare che il figlio Billy sia costretto a testimoniare. Tranquilli, non manca un bel colpo di scena finale!


Ingredienti (per 3 persone): 6 fette di pane americano, 2 uova, 200 ml di latte parzialmente scremato, burro q.b., 1 cucchiaino di zucchero, ½ cucchiaino di cannella

Procedimento:
1) Sbattere le uova insieme allo zucchero, il latte e la cannella;
2) Bagnare bene le fette di pane americano nelle uova sbattute;
3) Imburrare leggermente una padella e non appena sarà ben calda rosolare da entrambe le parti le fette di pane;
4) Servire ben calde con della composta di frutta, del miele oppure della marmellata (potete anche scegliere di mangiarli con prosciutto e formaggio, in tal caso nella preparazione non vanno aggiunti lo zucchero e la cannella, che vanno quindi sostituiti con sale e noce moscata).


P.s.: Nella foto ho deciso di servire i French Toast con una delicata composta di frutti di bosco. Ho semplicemente passato in padella 1 bicchiere di frutti di bosco (congelati), 1 bicchiere di acqua e un cucchiaio di zucchero, finché il sughetto non si sarà ben rappreso.

P.s.: Recentemente ho avuto la possibilità di assistere alla versione teatrale di Kramer contro Kramer, che porta la firma del regista Patrick Rossi Gastaldi e di Avery Corman, celebre autore dell'omonimo romanzo e anche della versione cinematografica. Nonostante la presenza di brillanti attori come Federica Di Martino e Daniele Pecci è un'opera che non convince a pieno specialmente per via della lentezza del racconto... quindi non mi sento di consigliarvelo!

mercoledì 2 gennaio 2013

Cianfrance... coming soon!

Ryan Gosling è il protagonista di The Place Beyond The Pines, l’ultimo film di Derek Cianfrance (lo stesso regista che lo aveva già diretto nel drammatico e bellissimo Blue Valentine, un ritratto alquanto doloroso sull’amore e la vita matrimoniale), che è stato presentato in anteprima mondiale all’ultima edizione del Toronto International Film Festival.
Secondo quanto rilasciato dallo stesso Cianfrance, è una storia ispirata dalla letteratura di Jack London (il noto scrittore e autore di Zanna Bianca), in cui vengono messe a confronto due generazioni, analizzando le conseguenze della paternità. Non meno importante l’analisi di cosa significhi essere figli e il rancore e la vendetta che possono celarsi dietro i propri ricordi.
Luke (Gosling), uno stuntman motociclista, scopre di avere un figlio, Jason, nato da una vecchia relazione con una cameriera, Romina (Eva Mendes). Per cercare di mantenerlo, dovrà persino improvvisarsi come rapinatore di banche, sfruttando le sue abilità di centauro. Dall’altra parte c’è un agente di polizia, Avery (Bradley Cooper), il quale ha appena avuto un figlio dalla moglie (Rose Byrne). Il loro destino finirà per intrecciarsi come quello dei loro ragazzi molti anni più tardi, perché spesso le colpe dei padri finiscono tristemente per ricadere sui propri figli.
Ci sono diverse versioni sulla presunta data di uscita in Italia di questa pellicola, ma probabilmente avverrà a fine marzo o inizio aprile.