giovedì 26 giugno 2014

Un pollo per una proposta!

Una proposta per dire sì (titolo originale Leap Year, 2010) è un film sdolcinato diretto da Anand Tucker, che lascia poco all’immaginazione, ma è comunque un’ottima scelta per passare un po’ di tempo ammirando il paesaggio irlandese che fa da sfondo al film.
Anna (Amy Adams) è una donna precisa, attenta ai dettagli in modo quasi maniacale, che si occupa di home staging (ovvero arredare appartamenti in modo da renderli più appetibili per la vendita) e vuole a tutti i costi sposarsi con il suo Jeremy (Adam Scott), brillante chirurgo egocentrico, che non sembra tanto desideroso di fare il grande passo del matrimonio.
Ecco allora che Anna decide di prendere in mano la situazione e fare lei la proposta al suo uomo a Dublino seguendo un'antica tradizione irlandese che permette alle donne di chiedere di sposarle esattamente il 29 febbraio.
Peccato che raggiungerlo sarà davvero un’impresa e sarà costretta ad affidarsi all’aiuto di un rude ma affascinante cuoco, Declan (Matthew Goode), di cui è scontato che si innamorerà.
Durante il turbolento viaggio verso la capitale irlandese, i due malcapitati trovano rifugio in un piccolo bed & breakfast e debbono fingere di essere marito e moglie per poter dormire nello stesso letto. Per ricambiare l’amabile ospitalità della padrona, Declan si offre di cucinare un delizioso piatto francese al posto del menù del giorno ovvero la trippa di mucca.
Ecco a voi il meraviglioso coq au vin!


Ingredienti: 1 pollo (dal peso di circa 1 kg), 100 g pancetta dolce, 1/2 tazza di cognac, 1 bicchiere di vino rosso, brodo di pollo, 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro, 1 aglio, 1 foglia di alloro, 1 rametto di origano fresco (oppure di timo), 2 cucchiai di farina 00, 1 noce di burro, pepe verde e sale

Procedimento:
1) Lasciar insaporire il pollo a pezzi con sale e una bella macinata di pepe verde;
2) Far rosolare nel frattempo la pancetta in una padella, in modo da farle rilasciare lentamente tutti i succhi e i grassi;
3) Togliere la pancetta rosolata e nella stessa padella far rosolare i pezzi di pollo su ogni lato;
4) Aggiungere di nuovo la pancetta messa da parte e flambare con il cognac, facendo roteare la padella in modo che l'alcool possa bruciare bene;
5) Dopo aver lasciato bruciare il cognac per almeno un minuto, spegnere la fiamma con il coperchio;
6) Versare poi il vino rosso e aggiungere il brodo fino a ricoprire il pollo (N.B.: il brodo è ottenuto facendo bollire le parti di pollo meno carnose con una cipolla, qualche foglia di sedano, qualche grano di pepe verde e un pizzico di sale);
7) Dopo aver unito anche il concentrato di pomodoro, l'aglio, l'origano fresco e l'alloro, far sobbollire per 30-45 minuti, in modo da far restringere il liquido nella padella;
8) Verso fine cottura prendere una parte del liquido ancora rimasto e aggiungervi un po' di farina e una noce di burro, che rimessi poi nella padella vi permetterà di creare una cremosa e succulenta salsina;
9) Servire la carne ancora calda con in accompagnamento delle verdure a scelta (N.B.: sono consigliate carote, funghi o cipolline).

mercoledì 18 giugno 2014

L'orata nello spazio bianco

Lo spazio bianco (2009), diretto da Francesca Comencini e tratto dall’omonimo romanzo di Valeria Parrella, è un film delicato e davvero pieno di emozioni, che racconta con molta tatto e sensibilità il limbo in cui si trovano molte madri i cui bambini nascono prematuri, simboleggiato nel film da un vero e proprio spazio bianco. Una stanza dove si trovano tutte le incubatrici e le loro mamme in attesa che i propri bambini inizino a farcela da soli senza l’ausilio di alcuna macchina. Questo film, infatti, parla dell’aspettare. Non solo l’attesa in grembo della nascita di un figlio, ma anche la stremante attesa di coloro che non sono più incinte ma devono comunque aspettare, attanagliate da molteplici dubbi sulle condizioni ancora incerte dei propri bimbi.
Maria (una bravissima Margherita Buy) è insegnante di italiano in una scuola serale di Napoli, che ama la sua libertà e la sua solitudine. Rimasta incinta dopo una breve relazione con un ragazzo padre, quest’ultimo non ne vuole sapere e la abbandona. Lei decide comunque di portare avanti una gravidanza un po’ tardiva e, anche quando la bambina, Irene, nascerà prematura, dovrà farcela da sola. Aspetta inesorabilmente ogni giorno che sua figlia decida di vivere e anche se in un primo momento è come se si fosse estraniata dal resto del mondo, troverà appoggio in alcuni dei suoi studenti e soprattutto nelle altre giovani mamme, che come lei aspettano anche un piccolo segno di miglioramento.
In una scena mentre Maria si confida con il suo simpaticissimo amico partenopeo Fabrizio (Giovanni Ludeno), i due passeggiano per un tipico mercato rionale di Napoli, parlando dei problemi e dei mille pensieri che lei ha per la testa. Proprio nel momento che stanno per lasciarsi, Fabrizio compra una bellissima orata e la dona a Maria; la donna, stupefatta, ammette che non sa neanche come cucinarla e l’amico le risponde semplicemente di farla al forno.
Ecco allora una piccola e semplice ma saporitissima ricetta…



Ingredienti (per 3 persone): 3 orate (dal peso di 350 g ciascuna), patate novelle, prezzemolo, pan grattato, olio extra vergine d'oliva, aceto di vino bianco, 1 aglio, origano e sale

Procedimento:
1) Pulire le orate, togliendo le viscere e le squame;
2) Dopo averle lavate accuratamente, salarle all'interno e all'esterno e lasciarle gocciolare;
3) Nel frattempo tritare finemente abbastanza prezzemolo e origano freschi insieme a un piccolo spicchio d'aglio;
4) Unire il trito di aromi a 3 cucchiai abbondanti di pan grattato, a cui vanno aggiunti un pizzico di sale e pepe e un goccio d'olio;
5) Condire (sia all'interno che all'esterno) le orate con il pan grattato preparato precedentemente e posizionarle su una teglia da forno rettangolare di medie dimensioni;
6) Riempire il resto della teglia con le patate novelle tagliate a fettine di circa 0,5 cm, su cui andrà sparso un pizzico di sale e la parte restante di pan grattato usato per il pesce;
7) Condire le orate con qualche goccia di aceto di vino e un leggero filo d'olio anche sulle patate;
8) Infornare a 200° (modalità grill) per circa 20 minuti, finché la superficie del pesce e delle patate risulterà leggermente dorata.

P.s.: una menzione speciale va alla colonna sonora di questo film... pieno zeppo di tutte le mie canzoni preferite da "Call me" di Blondie, "Where is my love" di Cat Power, "Misty" di Ella Fitzgerald e "I wish I knew how it would feel to be free" della superlativa Nina Simone.

mercoledì 11 giugno 2014

Seguite le mollichine...

Forse non l'avreste mai pensato ma il film Spy Game (2001) del compianto Tony Scott con Brad Pitt, Catherine McCormack e Robert Redford è uno tra i miei preferiti.
Nathan Muir (Redford) è un agente della CIA arrivato all'ultimo giorno dalla pensione che si ritrova a fare i conti con il passato e in particolare con l’imminente uccisione di Tom Bishop (Pitt), soprannominato il boyscout, una recluta da lui addestrata ai tempi della guerra in Vietnam e con cui ha continuato a collaborare per diverse operazioni nella Germania dell’Est e in Libano.
Visti i caldi rapporti con la Cina i piani alti dell’Agenzia tentano di venire a conoscenza del motivo che abbia portato Bishop a farsi catturare mentre evadeva da una prigione cinese con l’intento di trarre in salvo con sé una donna occidentale avvolta nell’assoluto mistero (che pian piano con diversi flash back si scoprirà essere stata la sua donna diversi anni prima e rinchiusa lì dentro ingiustamente per colpa dello stesso Muir, il quale aveva sottovalutato i sentimenti di entrambi).
Anche se molti dettagli legati all’unità di crisi creata intorno al caso Bishop vengono taciuti a Muir, egli cerca in ogni modo di scovare ogni minima notizia per essere sempre un passo avanti a loro. 
Rinunciando ai risparmi di una vita che sarebbero stati destinati all’acquisto di una casa in una remota isola del Pacifico, tenterà di architettare un’azione di evasione fuori dagli schemi in modo da trarre in salvo sia il boyscout che la sua Elizabeth (McCormack).
Un ottimo film d’azione con un ritmo serrato e ben congeniato, adatto anche per tutti coloro che non sono dei grandi amanti del genere.
Durante l’incontro a Beirut per un’operazione che prevedeva l’uccisione di un famoso sceicco, Bishop invita il suo mentore a mangiare un boccone dall’altra parte della città… peccato che per arrivarci significhi anche rischiare la pelle a causa di conflitti a fuoco e bombe. Lo stesso Bishop si vanta di aver insegnato al ristorante dove si trovano a pranzare di fare le migliori migas che potesse aver mai mangiato e Redford ribatte, meravigliandosi di poter mangiare proprio in Libano un piatto della cucina messicana. In realtà (non so se per un errore di traduzione o doppiaggio) questa ricetta appartiene alla cucina spagnola: las migas (che significa letteralmente molliche), infatti, sono un piatto tipico della Spagna, che consiste in molliche di pane soffritte con ingredienti che variano di regione in regione.
Considerato un piatto povero perché preparato con gli avanzi del pane, in realtà è un pasto completo e ricco di sostanze nutrienti.
Non male per niente!


Ingredienti (per 1 porzione): 3 fette di pane raffermo, acqua, 1 spicchio d’aglio (piccolo), 50 g pancetta affumicata, 1 uovo, 6 pomodorini, sale, pepe e olio extravergine di oliva

Procedimento:
1) Tagliare il pane raffermo (o al limite anche del pan carré) a cubetti molto piccoli e bagnarlo leggermente con un po’ d’acqua, in modo da farlo ammorbidire leggermente;
2) Nel frattempo far soffriggere l’aglio in una padella con un filo d’olio;
3) Togliere l’aglio e far cuocere la pancetta, dopodiché aggiungere i pomodorini;
4) Non appena la pancetta e i pomodorini avranno rilasciato i loro succhi, toglierli dalla padella e metterli da parte;
5) Utilizzando i grassi rilasciati dalla pancetta, aggiungere il pane a cubetti e mescolare in continuazione, finché non risulti leggermente croccante;
6) Aggiustare di sale e di pepe e, dopo aver aggiunto la pancetta e i pomodorini messi da parte, presentare nel piatto in accompagnamento a un uovo fritto.

P.s.: Esistono diverse versione di migas, dove al posto della pancetta si consiglia di aggiungere il chorizo (un tipico salume dall’impasto molle e dal sapore dolce e affumicato) oppure del prosciutto e invece dei pomodorini dei peperoni… lascio a voi la scelta!

giovedì 5 giugno 2014

Un rombo da leccarsi i baffi!

http://3.bp.blogspot.com/-hICp2vPZ7iM/UG3_hfIIvMI/AAAAAAAAAFQ/PGIjAysMFpY/s1600/ilrossoeilbluilposterdelfilm244114.jpeg In uno dei miei primissimi post quando mi sono imbarcata nell'avventura di questo blog, scrissi di un piccolo film, che mi è rimasto decisamente nel cuore ovvero Il Rosso e il blu di Giuseppe Piccioni con Riccardo Scamarcio, Roberto Herlitzka e Margherita Buy.
Non ho resistito e l'ho rivisto nuovamente! Davvero emozionante, divertente, sarcastico al punto giusto, dove traspira il vero sentimento di tutti quei professori che vivono e partecipano al voler fare davvero scuola, dove l'istruzione è al centro di ogni cosa e pensiero e la voglia di trasmettere un pizzico di conoscenza e curiosità per la vita è un volere comune.
Il personaggio della preside attenta e rigorosa interpretata dalla Buy non incarna la figura di una vera regina della casa e lo si scopre in una scena in cui un piccolo ma delizioso manicaretto viene preparato dal marito-casalingo (Gene Gnocchi in un breve cammeo), anche se lei non ci fa troppo caso, perché è presa dai pensieri e i problemi della sua scuola come sempre.
Il piatto della cena viene presentato con un titolo a dir poco altisonante; si tratta infatti di filetti di rombo gratinati su un letto di carciofi con salsa di mandorle salate. Nella scena si parla anche di un pinzimonio di crudites come accompagnamento, che io ho preferito tralasciare.
Venendo alla ricetta (per 3-4 persone)...


Ingredienti
Per la salsa di mandorle salate: 50 g mandorle tostate, 1 fetta di pane casereccio, ½ bicchiere di latte parzialmente scremato, 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva, 5 grani di pepe verde e un pizzico di sale
Procedimento:
1) Pestare leggermente le mandorle fatte tostare leggermente in forno a 180°;
2) Frullarle insieme alla fetta di pane casereccio ammorbidita con il latte e aggiungere poi anche l’olio, il sale e il pepe, fin quando non si sarà ottenuta una salsa piuttosto densa.

Per i carciofi: 10 carciofi, olio extra vergine di oliva, sale, origano, vino, acqua, limone, 1 spicchio d'aglio e 1 spicchio di cipolla
Procedimento:
1) Mondare i carciofi, pulendoli dalle foglie esterne più dure e dalle punte;
2) Passare su ciascun carciofo del limone in modo da impedire che anneriscano e tagliarli poi a metà;
3) Mettere l'aglio e la cipolla a soffriggere in un tegame, dove andranno poi disposti i carciofi puliti in precedenza;
4) Aggiungervi un pizzico di sale, di origano, un po' di vino bianco e un goccio d'acqua e lasciar cuocere lentamente per circa 15 minuti.

Per il rombo chiodato: 1 rombo chiodato (peso circa 1,400 g), prezzemolo, pan grattato, olio extra vergine di oliva, sale, origano, 1 aglio, olio extra vergine di oliva e aceto
Procedimento:
1) Pulire il rombo chiodato (N.B.: potete chiedere al pescivendolo di pulirvi il pesce, altrimenti vi potrebbe essere d'aiuto la prima parte di questo video) e creare quattro filetti (N.B.: le parti restanti potete riutilizzarle per un ottimo brodo di pesce);
2) A parte preparare la panatura con pan grattato, un aglio schiacciato e sminuzzato finemente, un pizzico di prezzemolo, origano e sale e un goccio di olio extra vergine di oliva
3) Disporre la panatura dalla parte della carne del filetto e condire leggermente con un filo d'olio e qualche goccia di aceto;
4) Cuocere nel forno già caldo finché la panatura superiore non risulterà ben dorata;
5) Assemblare il piatto con i carciofi e la salsa di accompagnamento.

P.s.: La salsa di mandorle non mi ha convinto molto, quindi vi proporrei di rifare la ricetta anche solo accompagnata dai carciofi!