mercoledì 31 ottobre 2012

Frankenweenie: un giovane dottor Frankenstein!

Devo ammettere che sono un amante alquanto altalenante dei film di Tim Burton, ma il trailer di questo particolare film d’animazione in bianco e nero mi ha proprio incuriosito.


Il piccolo protagonista, Victor, decide di assumere i panni del dottor Frankenstein per riportare in vita il suo amico a quattro zampe ovvero il suo adorato cane, Sparky. Quali spiacevoli e mostruose conseguenze dovrà affrontare?
Secondo me anche stavolta Frankenweenie, adattamento del cortometraggio realizzato dallo stesso Burton nel 1984, riuscirà a non deludere il suo pubblico di affezionati.
Il film prodotto e distribuito dalla Walt Disney Pictures arriverà nelle sale italiane solo nel 2013. Peccato! L’uscita sarebbe stata mostruosamente perfetta in coincidenza di Halloween!

lunedì 29 ottobre 2012

Trifle: un dolce spettacolarmente buono!

Questa ricetta merita davvero un'occasione. Non l'avrei mai detto, ma anche la cucina inglese nasconde delle perle culinarie di gran valore.
L'ho scoperta guardando In cucina niente regole (titolo originale Love's Kitchen), un film molto scialbo, che non commenterò troppo a lungo come mio solito, perché non mi è piaciuto per niente (non fatevi nemmeno impressionare dal cameo dell'eclettico e irriverente Gordon Ramsay!). Racconta la storia di uno chef, Rob Haley (Dougray Scott), rimasto vedovo e con una figlia da crescere. Tutti i suoi progetti come il suo talento tra i fornelli sembrano esser morti insieme alla moglie. Non riesce più a cucinare come un tempo, fin quando non decide di rimettersi in gioco aprendo un nuovo locale e finirà per incontrare una critica enogastronomica americana, Kate Templeton (Claire Forlani), che gli farà riscoprire anche l'amore.
Il dolce in questione si chiama Trifle e dovrebbe essere una sorta di antenato della zuppa inglese. Ma ora a lavoro...

Ingredienti (per il Pan di Spagna): 8 uova, 8 cucchiai rasi di zucchero, 10 cucchiai di farina 00, 1 bustina di lievito, un pizzico di sale e limone grattugiato 

Procedimento:
1) Montare a neve gli albumi con un pizzico di sale finché non saranno diventati un composto soffice e ben compatto;
2) Unire lo zucchero con i tuorli e montarli quasi come se fosse uno zabaione;
3) Aggiungere la farina e il lievito e poi incorporare anche gli albumi (N.B.: Attenzione a non farli smontare, amalgamando il composto dall'alto verso il basso);
4) Versare il tutto in una teglia rettangolare (lunga circa 40 cm) e infornare a 160° per circa 45 minuti.


Ingredienti (per la farcitura): 100 gr marmellata di frutti di bosco (oppure di lamponi), 6 uova, 1 litro di latte parzialmente scremato, 6 cucchiai rasi di zucchero, 4 cucchiai di farina 00, 3 cucchiai di brandy, 1 cucchiaio di vin santo (oppure marsala o madeira) e succo e scorza grattugiata di mezzo limone 

Procedimento:
1) Grattugiare e spremere il succo di mezzo limone in una ciotola, dove si andranno ad aggiungere 3 cucchiai di brandy e 1 cucchiaio di vin santo. Lasciar riposare il composto in frigorifero per una notte intera;
2) Rompere le uova in una pentola e mescolare insieme allo zucchero e alla farina; 
3) Aggiungere il latte e 2/3 del composto al limone fatto la sera precedente. Posizionare il tegame sul fornello tenuto a fuoco medio (N.B.: Non smettere mai di sbattere il composto con una frusta, in modo da evitare di farlo attaccare sul fondo o di formare dei grumi); 
4) Appena la crema inizierà a bollire, lasciar cuocere per circa 5 minuti;
5) Nel frattempo tagliare il pan di Spagna a fette sottili (larghe circa 1 cm) e bagnarle con del brandy prima di posizionarle in una teglia rettangolare (oppure in coppette da monoporzione);
6) Versate uno strato abbondante di crema e lasciate raffreddare un attimo in modo che si formi una leggera pellicina;
7) Dopodiché stendere uno strato sottile di marmellata di frutti di bosco fatta sciogliere leggermente sul fuoco con poca acqua;
8) Continuare a comporre almeno altri due strati seguendo sempre lo stesso procedimento.


Ingredienti (per la copertura): 200 ml di panna fresca, 2 cucchiai rasi di zucchero, 4 cucchiai di crema e 1/3 del composto al limone.

Procedimento:
1) Montare la panna con lo zucchero e poi unire la crema (lasciata raffreddare bene), a cui sarà già stato unito anche il composto al limone rimasto;
2) La copertura ottenuta sarà disposta sulla torta con una tasca da pasticciere oppure con un semplice cucchiaio (N.B.: Per richiamare la marmellata usata all'interno è possibile usare dei frutti di bosco come decorazione).


La ricetta prevedeva l'uso del Victoria Sponge, ma ho preferito un leggero Pan di Spagna, ma se non avete voglia potete anche più semplicemente optare per dei biscotti come i savoiardi.
Nella copertura è stata una mia idea aggiungere la crema, altrimenti la ricetta prevede solo la panna, lo zucchero e tutto il composto al limone.
Il gusto, però, è davvero leggero e gradevole: l'aroma del limone si sente benissimo e non preoccupatevi del sapore del brandy, perché non è troppo forte... ve lo assicura una quasi-astemia come me!

Mi sono fatta prendere un po' la mano e ho fatto anche un'altra foto giusto per farvi venire ancora di più l'acquolina in bocca ammirando questo goloso esperimento!!!

mercoledì 24 ottobre 2012

Il mito di Mickey Cohen

Il film Gangster Squad di Ruben Fleischer (un regista ancora agli esordi) ha riunito un cast a dir poco stellare per scegliere di raccontare la vera storia di Mickey Cohen, un famigerato gangster che imperversava con le sue azioni sanguinarie nella Los Angeles degli anni '50, gestendo un vasto traffico di droga, armi, prostituzione e scommesse clandestine. Nei panni di Cohen troviamo un magnifico Sean Penn con un naso posticcio da pugile, che trova del filo da torcere quando un coraggioso poliziotto, John O'Mara (Josh Brolin), costituì insieme al suo braccio destro Jerry Wooters (Ryan Gosling) una task force decisa a dargli la caccia. In questa pellicola troviamo anche molti altri nomi di attori talentuosi come Anthony Mackie, Giovanni Ribisi, Nick Nolte ed Emma Stone nelle vesti di Grace Faraday, l'affascinante pupa del gangster.


La storia è stata tratta dal libro Tales of the Gangster Squad, una raccolta di articoli pubblicati sul Los Angeles Times. I diritti del libro sono stati acquistati dalla Warner Bros. diversi anni fa ed è stata sempre la stessa casa di distribuzione a scegliere di posticipare l'uscita del film (boicottando così un eventuale candidatura agli Oscar), ordinando di sostituire la scena della violenta sparatoria all'interno del cineteatro in seguito alla recente strage avvenuta in una multisala di Aurora, Colorado.

Vedendo il trailer, comunque, non faccio che trovare dei riferimenti con le azioni del mitico quartetto de Gli Intoccabili (The Untouchables, 1987) di Brian De Palma contro Al Capone/Robert De Niro... non è vero?

P.s.: Il nome di Mickey Cohen credete di averlo già sentito? Ebbene sì... nel magistrale film L.A. Confidential (tratto dall'omonimo romanzo di James Ellroy) di Curtis Hanson che fece man bassa di numerosi premi a livello internazionale. Si narrava proprio lo scompiglio nella città degli angeli dopo che questo boss americano era stato fatto fuori dalla concorrenza... e come diceva Sid Hudgens/Danny DeVito... zitti zitti!

lunedì 22 ottobre 2012

Gli spaghetti dei Banditi della Buonanotte

Joe Blake (Bruce Willis) e Terry Collins (Billy Bob Thornton) sono due rapinatori appena evasi di prigione che per racimolare un po’ di grana sono riusciti a mettere a punto un metodo semplice ma davvero efficace per svaligiare banche. La sera prima del colpo si presentano a casa del direttore e lo sequestrano insieme alla sua famiglia, ma senza adoperare alcuna forma di violenza. La mattina successiva lo accompagnano a lavoro di buon grado e, facendogli aprire il caveau prima dell’orario di apertura, possono poi filarsela tranquillamente senza troppi inconvenienti (o meno).
Durante la loro fuga riescono a ripulire diverse banche, conquistandosi il poetico soprannome di Banditi della Buonanotte. Il loro obiettivo non è quello di fare i rapinatori per sempre, ma aspirano a cambiar vita, fuggendo in un paese dove fa sempre caldo e dove poter aprire un locale tutto loro.
I loro piani, però, andranno a farsi benedire quando sulla loro strada inciamperà per caso una casalinga disperata come Kate Wheeler (CateBlanchett). Pur di sottrarsi alla noia che affligge la sua vita monotona e deprimente, la donna finisce per entrare a far parte della banda, innamorandosi persino di entrambi i malviventi gentiluomini, che solo insieme riescono a creare il suo ideale di uomo perfetto: sensibile al punto giusto e rude quanto basta.
Il film Bandits di Barry Levinson (regista ben noto al grande pubblico per capolavori come Rain Man- L’uomo della pioggia, Rivelazioni o Sleepers) è una commedia un po’ fuori dall’ordinario che sa però sfruttare al meglio la comicità nascosta di Willis, la bravura indiscussa di una rossa Blanchett e il talento ricco di nevrosi di Thornton. Ve lo consiglio spassionatamente perché ha anche una colonna sonora magnifica ed è infarcito di molti dialoghi ben scritti!


Ma veniamo alla ricetta…
In una delle scene in cui Joe e Terry si recano a casa del direttore della banca che rapineranno il giorno dopo, si trovano a condividere la cena insieme agli altri membri della famiglia: una moglie in lacrime dalla paura e due simpatiche bambine che non sembrano dar peso alla presenza di quei due buffi signori alla loro tavola. Terry, che è un gran appassionato di cucina e anche il cuoco della banda, cerca di scoprire l’ingrediente segreto della pasta cucinata dalla padrona di casa: spaghetti al pomodoro e limone.

Ingredienti (per 1 persona): 100 gr spaghetti, 200 gr pomodori pelati a pezzi, pomodorini (datterini o ciliegini), limone grattugiato, 1 cucchiaio di panna da cucina, ½ cucchiaino di zucchero, origano, sale, olio extra vergine di oliva e zafferano

Procedimento:
1) Far scaldare appena in una padella un filo d’olio extra vergine di oliva e aggiungere una manciata di pomodorini con un pizzico di sale;
2) Quando i pomodorini si saranno cotti, aggiungere i pelati a pezzi con un po’ di sale, mezzo cucchiaino di zucchero (che serve a togliere l’acidità del pomodoro), lo zest di limone (N.B.: io ne ho messo all'incirca un cucchiaino scarso), una spolverata di origano e un quarto di una bustina di zafferano;
3) Solo quando il sugo risulterà più denso, unire anche un cucchiaio di panna da cucina;
4) Nel frattempo mettere a cuocere gli spaghetti in acqua salata e poi scolarli al dente direttamente nel sugo;
5) Servire con una fogliolina di origano fresco come decorazione.


Ero scettica del risultato, ma posso assicurare che sono davvero ottimi. Lo zest di limone si sente bene ma non prevarica troppo sugli altri ingredienti, lasciando un gradevole effetto di freschezza in bocca.

domenica 21 ottobre 2012

Ma dov'è la Pietà?

L’altra sera non ero certo partita da casa con l'intenzione di andare a vedere Pietà, l'ultimo film di Kim Ki-duk, ma il destino ha proprio voluto giocarmi questo scherzo e così la mia solita saletta cinematografica ha deciso di cambiare il film in programmazione. Che fare? Non me la sono sentita di andarmene e ho deciso di restare. Avevo visto il trailer del film, dopo aver scoperto che era risultato vincitore del Leone d’Oro della 69° edizione della mostra del cinema di Venezia  e mi ero detta che non sarei mai stata capace di vederlo... invece no! Ma lo devo ammettere questa pellicola è un bel pugno dritto allo stomaco che non ti lascia in pace neanche per un secondo, dove anche i silenzi sono pesanti come macigni e dove gli sguardi sono più taglianti di una lama.


Il protagonista del film è Gang-do (Lee Jung-jin), una vera carogna senza anima che conosce solo la violenza come mezzo a cui ricorrere sui poveracci da cui deve recuperare i soldi prestati dal suo capo, un crudele e potente strozzino. Non mostra mai pietà per nessuno e proprio per questo ognuna delle vittime dei suoi soprusi medita vendetta nei suoi confronti, immaginando mille modi per fargli patire almeno in parte tutto il dolore che ha procurato loro. La sua vita, però, prenderà una piega inaspettata quando, un giorno, una donna (Cho Min-soo) gli dice di essere sua madre, pretendendo da lui solo il perdono per averlo miseramente abbandonato alla nascita.
Dapprima è sospettoso e non vuole crederle… sospettoso a tal punto da costringerla a subire delle situazioni al limite dell'incesto, ma il bene di una madre supera anche questo. La donna in realtà nasconde ben altro e solo alla fine la tragedia si compirà, quando inscenerà di esser stata rapita. 
In apparenza più che di pietà questo film sembra trattare altri temi come la vendetta, il senso di colpa e la morte e lo fa senza troppi giri di parole, usando uno stile asciutto, potente e trasgressivo, dove il denaro è il problema alla base di tutti i mali. Come si dice nel film, “il denaro è l'inizio e la fine di tutto”: bramato a tal punto da chi non ne ha che si finisce per sognare troppo a occhi aperti.
Proprio per il fatto che per molti la tranquillità economica simboleggi la sola vera felicità, credo che il regista abbia deciso di concludere il film con un accenno del Kyrie Eleison... ovvero Signore, pietà di loro.

mercoledì 17 ottobre 2012

HITCHCOCK... mon amour!

Per chi non lo sapesse ancora... sono da sempre follemente innamorata del grandissimo genio di Hitchcock! Nessun'altro è riuscito a eguagliere il maestro del brivido e questo film, che uscirà nel 2013, tenterà di raccontare un pezzo di storia di quest'uomo che ha fatto del cinema una pura e semplice forma d'arte.
Tratta dal libro di Stephen Rebello, la pellicola di Sacha Gervasi (forse meglio noto come sceneggiatore di The Terminal) narra in particolare le vicissitudini accadute durante la realizzazione di Psycho, uno dei più celebri film del regista di origini britanniche (chi non ricorda la scena al cardiopalma nella doccia???).
Il grande cineasta sarà interpretato dal magistrale sir Anthony Hopkins, quasi irriconoscibile con la pancia e la papaggorgia finti e nei panni di sua moglie, Alma Reville, ci sarà un'altra grande attrice inglese, la "regina" Hellen Mirren. Il film, infatti, non decide solo di descrivere gli incontri e le amIcizie del grande regista e le sue dive Janet Leigh (Scarlett Johansson) e Vera Miles (Jessica Biel), ma anche il rapporto di grande intensità con la moglie. La Reville, infatti, lavorò in quasi tutti i film del marito e, anche se il suo lavoro fu spesso non accreditato, era lei a decidere se una storia valeva la pena di essere raccontata o meno. Si narra che uno dei più grossi complimenti che Hitchcock potesse fare riguardo un soggetto o una sceneggiatura fosse dire semplicemente: "Alma loved it".

lunedì 15 ottobre 2012

La pasta e ceci di Nicoletta

Una giornata un po’ uggiosa come oggi richiedeva un piatto dalle caratteristiche decisamente invernali come questo! Confesso che è da quando è iniziata l’avventura con questo blog che volevo cucinare la mitica pasta e ceci che faceva leccare i baffi a Capannelle! Non sono del tutto pazza ancora, ma rimane impressa nella memoria di tutti la scena conclusiva di un capolavoro della commedia italiana come I soliti ignoti (1958) del grandissimo e compianto Mario Monicelli. Uno dei film italiani in bianco e nero che più adoro… ahimè, per quante volte l’ho rivisto, ho imparato anche le battute a memoria!
Una storia semplice, ma gustosissima, che è stata cucita in maniera perfetta addosso a dei personaggi molto azzeccati, interpretati da attori a dir poco straordinari: un fotografo che fa il “mammo” a tempo pieno (Marcello Mastroianni), un pugile in declino (Vittorio Gassman), un ladranculo (Renato Salvatori), un siciliano (Tiberio Murgia) e il mitico Capannelle (Carlo Pisacane).
Si tratta di un gruppo davvero sconclusionato di scassinatori alle prime armi, che riceve una soffiata sulla possibilità di fare un grosso colpo al Monte di Pietà di Roma, penetrando da un’abitazione vicina, dove lavora come cameriera Nicoletta (Carla Gravina), la fidanzata di Gassman. Dopo aver seguito i consigli del maestro/ladro in pensione (Antonio de Curtis, meglio noto come Totò), non riusciranno comunque nell’intento di aprire la tanto agognata cassaforte e si dovranno accontentare di “rubare” solo un piatto di pasta e ceci.

Ingredienti (per 3 porzioni): 250 gr ceci secchi, 300 gr mezze maniche, 2 cucchiai di pancetta, 4 cucchiai di pomodori pelati, 1/4 cipolla bianca, 1 aglio, olio extra vergine di oliva, sale, paprika dolce, pepe nero, rosmarino

Procedimento:
1) Mettere a bagno i ceci il giorno prima per almeno 12 ore in acqua tiepida leggermente salata con un cucchiaino di farina;
2) Scolarli, metterli in una pentola e ricoprirli con acqua fredda e portare a bollore;
3) Non appena scenderà il livello dell'acqua, aggiungerne dell'altra calda fino a ricoprirli e aggiustare di sale (N.B.: i ceci saranno pronti quando comincieranno ad aprirsi);
4) In un altra pentola far rosolare l'aglio (N.B.: per dare un lieve aroma, fatelo soffriggere appena e toglietelo prima di aggiungere i pomodori), la cipolla tagliata finemente e salata leggermente con la pancetta e pochissimo olio;
5) Non appena la cipolla risulterà imbiondita, aggiungere i pomodori pelati (schiacciati appena con la forchetta), conditi con una spolverata di paprika e un pizzico di sale e pepe;
6) Una volta che i pomodori si saranno asciugati, aggiungere due terzi dei ceci lessati e far amalgamare insieme agli altri ingredienti, mentre la restante parte dei legumi verrà frullata con l'acqua rilasciata durante la cottura;
7) Nel frattempo mettere a cuocere in acqua salata le mezze maniche (o se preferite un altro formato di pasta, potete usare le conchiglie);
8) Scolate la pasta al dente nella pentola dove avete messo a cuocere il sugo e per dare una maggiore cremosità al piatto aggiungete la purea di ceci frullati;
9) Togliere dal fuoco e servire con un filo di olio extra vergine di oliva a crudo (e un rametto di rosmarino come decorazione);
10) Spolverate a piacere con del parmigiano grattugiato.

Non sono una fan sfegatata delle paste con i legumi, ma non posso lamentarmi del risultato… che dite?


Non ho resistito ed ecco qui anche la famosissima scena finale da cui ho tratto questa ricetta... e dedico a voi tutti il magnifico detto del personaggio di Michele Ferribotte (Murgia): "Femmina piccante pigghiala per amante, femmina cuciniera pigghiala per mojera"!



P.s.: Ci sarebbero tantissime cose da dire su questo film e tante battute da citare, ma ho scelto di condividere con voi solo alcune chicche:
1) La giovanissima Claudia Cardinale, che interpreta Carmelina, la sorella di Ferribotte (Murgia), era una semplice esordiente in questa pellicola, ma in pochi anni poi si trasformò in una delle più grandi attrici e dive del cinema italiano.

2) Carlo Pisacane, uno dei maggiori attori della filodrammatica napoletana, fu doppiato per il suo ruolo di Capannelle con un marcatissimo accento bolognese da Nico Pepe (attore e regista teatrale).

3) Con il personaggio di Peppe (Il Pantera), Vittorio Gassman recitava per la prima volta una parte comica, che gli valse il Nastro d’Argento.

4) Tiberio Murgia esordì sul grande schermo proprio grazie a Monicelli nel ruolo di Ferribotte, un siculo doc, ma in realtà venne doppiato perché era di origini sarde.

venerdì 12 ottobre 2012

... la verità è una malattia!

Viva l'Italia, il nuovo film di Massimiliano Bruno (attore, sceneggiatore e regista nel 2011 di Nessuno mi può giudicare), racconta senza mezzi termini lo squallore, l'ipocrisia e la disonestà nel nostro bel paese. Facendo leva sull'uso di un cast ricco e ben affiatato, il pubblico è invogliato ad andare al cinema perchè il regista ha cercato comunque di narrare lo squallore della società italiana attraverso la comicità.
Un bugiardo senatore di chiare origini meridionali (Michele Placido) viene colpito da un'improvvisa malattia cerebrale, che lo trasformerà a tal punto da togliere qualsiasi freno inibitore alla sua lingua. I suoi tre figli (Ambra Angiolini, Raoul Bova e Alessandro Gassman) stentano a riconoscerlo, perchè è molto cambiato da quando non riesci a trattenersi dal dire sempre la verità. Insomma un politico sincero è già un buon inizio per il soggetto di una commedia, non credete?
Sarà nelle sale italiane a partire dal 25 ottobre.


P.s.: Viva l'Italia è anche il titolo di un film di Roberto Rossellini del 1961 che racconta la conquista del regno delle due Sicilie della spedizione dei Mille di Garibaldi. L'"unica" differenza è che c'era il punto esclamativo alla fine!

lunedì 8 ottobre 2012

Il pane di Marcellino


La ricetta di oggi è stata preparata prendendo spunto da uno dei primi film che ricordo di aver visto da bambina ovvero Marcellino pane e vino (1955). Tratto dal romanzo di José María Sanchez Silva, il film di Ladislao Vajda narra la storia di un orfanello che viene allevato da un gruppo di frati in un convento in Spagna agli inizi dell’Ottocento. Crescendo il piccolo Marcellino inizia a sentirsi solo non avendo altri bambini con cui giocare, fin quando, un giorno, recandosi di soppiatto in soffitta, trova un crocefisso di legno. Vedendo il Cristo in croce così scheletrico, Marcellino, in tutta la sua semplicità da bambino, crede che sia affamato e decide così di portargli un pezzo di pane e un bicchiere di vino. In quel momento Gesù prende vita e accetta il pasto che il bambino gli aveva offerto. Marcellino continuerà ogni giorno a fargli visita, instaurando così un vero rapporto di amicizia e quando lo pregherà di poter vedere finalmente la mamma che non ha mai conosciuto, verrà esaudito. Frate Tommaso (soprannominato Fra Pappina perché si occupava di far da mangiare nel convento) assiste di nascosto alla scena e, chiamando a raccolta anche gli altri fratelli, tutti vedranno Gesù scendere dalla croce e portare con sé il piccolo Marcellino. Da quel giorno molte persone accorreranno ogni anno sulla tomba del bambino per ricordare il miracolo avvenuto.
La pellicola fu presentata in concorso all’ottava edizione del Festival di Cannes e ancora oggi rimane il film spagnolo di maggior successo nel mondo. In Italia era considerato uno dei film culto nelle piccole sale parrocchiali proprio per il messaggio religioso che contiene, anche se, come dice Mereghetti, “spinge spudoratamente sul pedale della commozione”.

La scena che mi ha ispirata è proprio quella in cui Marcellino sgattaiola in cucina e ruba una fetta di pane ricomponendo poi l’enorme filone che Fra Pappina aveva già tagliato. Non so che tipo di pane cucinasse il frate nel film, ma ho voluto immaginare che si trattasse di un morbidissimo e gustoso pan brioche... il classico tipo di pane che ti invita a mangiarne una fetta dopo l'altra insieme a qualsiasi cosa commestibile e a portata di mano: affettati, formaggi, marmellate, miele o nutella. 

Ingredienti: 500 gr farina 00, 100 gr burro, 150 ml latte, 25 gr lievito di birra, 2 uova, 25 gr zucchero e un pizzico di sale. (N.B.: Se non volete che il pan brioche sia troppo giallo all’interno, posso consigliarvi di usare un uovo in meno e di aggiungere 50 ml di latte.)

Procedimento:
1) Fare una fontana con la farina e al centro versare le uova, lo zucchero e il burro ammorbidito;
2) Dopo aver aggiunto anche il lievito sciolto precedentemente nel latte tiepido, lavorare tutti gli ingredienti fino a ottenere un impasto compatto;
3) Coprire con un canovaccio e lasciar lievitare per un'ora circa (l'impasto dovrà raddoppiare le sue dimensioni);
4) Con la pasta creare un filoncino da inserire in uno stampo rettangolare lungo 24 cm e lasciar lievitare nuovamente per circa un'ora;
5) Spennellare il filoncino con un uovo sbattuto e infornare a 180° per 45 minuti (N.B.: Lasciare raffreddare il pan brioche prima di tagliarlo a fette).


P.s.: Ho deciso di regalarvi una vera e propria chicca nel caso non la conosceste: la recensione di Marcellino pane e vino di Johnny Palomba, recitata dal grande Valerio Mastandrea.

giovedì 4 ottobre 2012

Il rosso e il blu... nostalgia dei banchi di scuola!

Correte a vederlo se non lo avete ancora fatto!
Il rosso e il blu è un piccolo gioiellino che riesce a far sorridere ed emozionare al tempo stesso. Fa affiorare anche un pizzico di nostalgia perchè senza volerlo ci si sente catapultati dopo tanti anni sui vecchi banchi di scuola e si finisce per cercare di ricordare i volti e i nomi dei professori e di quei compagni di classe di cui non si è saputo più nulla. Giuseppe Piccioni è un regista che sa raccontare storie così... in apparenza semplici ma che hanno un lato ben più profondo e nascosto che ti porta immancabilmente a riflettere.
Come immaginavo Roberto Herlitzka è la perla di tutto il film che regala le scene e i dialoghi migliori (vedi il colloquio con il padre di Ciacca). Veste i panni del professore Fiorito, un uomo stanco della vita, che ha perso ormai lo smalto di un tempo, quando, ancora ardente della voglia di far apprendere ai suoi allievi tutte le sue conoscenze sulla storia dell'arte, era un professore stimato. La sua lezione sul classicismo e il romanticismo, infatti, sembra ancora risuonare per i corridoi della scuola. Circondato da centinaia di libri, non ha nemmeno voglia di rileggerli visto che li sa praticamente a memoria. Lui stesso ammette che questi studenti d'oggigiorno odiano tutto e tutti indistintamente e quindi perchè sprecare tempo con loro? A che cosa servirebbe? Eppure dovrà ricredersi quando incontrerà una delle sue vecchie alunne.
Di ben altra idea è il professor Prezioso, il nuovo giovane supplente di italiano e storia (interpretato da uno scialbo Riccardo Scamarcio). Troppo pieno di buone intenzioni, che desidera ardentemente di far accrescere nei suoi studenti la voglia di imparare e che alla fine dovrà rivedere, o forse smussare,  le sue convinzioni.
E poi arriva lei, la preside, Margherita Buy. Si preoccupa tanto di far presente ai suoi colleghi che bisogna occuparsi solo di ciò che avviene dentro la scuola, eppure, senza rendersene conto, finisce per farsi coinvolgere dalle vicende di uno studentello abbandonato da una madre irrintracciabile. Tra i due nascerà un rapporto sincero, quasi materno, dimostrando così che a volte i rapporti tra professori e studenti possono anche oltrepassare le mura della scuola. Perchè credo che chiunque nel corso della propria vita ha avuto la fortuna di aver incontrato quell'insegnante un po' speciale che è riuscito non solo ad aprirgli la mente ma anche a segnare positivamente il suo percorso scolastico e umano.

P.s.: La pellicola è tratta dalle pagine dell'omonimo romanzo di Marco Lodoli.

mercoledì 3 ottobre 2012

Il Django di Quentin Tarantino

Da sempre Quentin Tarantino si è definito un grande estimatore del genere spaghetti-western (o western all'italiana) e questo film, Django Unchained, è sicuramente un omaggio al genere cinematografico che ritornò in auge grazie soprattutto ai capolavori di Sergio Leone.
Il titolo non è stato affatto scelto a caso, ma si riferisce al Django del 1966 girato da Sergio Corbucci con Franco Nero, il quale comparirà anche nel film di Tarantino. 
Django (Jamie Foxx) è uno schiavo che viene liberato da un cacciatore di teste, il dottor King Schultz (ChristophWaltz) e lo dovrà aiutare nella ricerca degli spietati Brittle Brothers, una coppia di fratelli assassini. Una volta assolta questa missione, i due partiranno insieme alla ricerca della moglie di Django, Broomhilda (KerryWashington), che è ancora tenuta prigioniera dal malvagio proprietario terriero Calvin Candie (Leonardo Di Caprio), che usa i suoi schiavi anche per combattimenti corpo a corpo o come prostitute.
Lo schiavismo nell’America del Sud, quindi, è il tema dominante del film che Tarantino userà per dare sfogo ancora una volta al suo personale concetto di violenza al servizio del cinema… staremo a vedere se riuscirà a essere all’altezza dell’ultimo magistrale Bastardi senza Gloria.


Non me ne vogliate ma il trailer originale è nettamente superiore rispetto a quello doppiato in italiano… provare per credere! Magnifica tra l’altro la scelta di inserire la versione remixata della canzone The Payback cantata da James Brown.

P.S.: Il film uscirà in Italia solo il prossimo gennaio!

lunedì 1 ottobre 2012

Melanzane pour toujours!

Con il film Un’ottima annata il regista Ridley Scott regala una commedia romantica adatta a tutti i palati, che si discosta da quel genere di pellicole cupe e tristi a cui ci ha abituato nel corso della sua eclettica carriera (es.: Alien, Blade Runner,Soldato Jane o Il Gladiatore). Max Skinner (Russel Crowe), avido e senza scrupoli broker della City londinese, viene a conoscenza da un notaio francese della morte del suo caro zio Henry (Albert Finney), che non vedeva da anni e si scopre erede di tutti i suoi averi ovvero un magnifico château immerso in un’incantevole cornice provenzale e circondato da una lussureggiante vigna che ricorda molto “un quadro di Cezanne”. Facendo ritorno in quelli che erano stati i luoghi della sua infanzia, Max riassapora il vero gusto della vita che non è più scandita dai ritmi frenetici di un lavoro che forse non gli appartiene poi molto come crede.  Il suo piano di sbarazzarsi della tenuta al primo venditore e tornarsene subito a Londra sarà però ostacolato da vari inconvenienti. In particolare, l’incontro con la fascinosa Fanny Chenal (MarionCotillard) e la figlia (il)legittima di suo zio (Abbie Cornish) che lo porterà a interrogarsi su cosa conti davvero nella vita: l’ambizione e il successo oppure l’amore e la pace con se stessi. 

A furia di sentir parlare di polifenoli, bouquet, aromi e tannini, anche i più scettici bevitori di vino come me, concorderanno che sale un’irrefrenabile voglia di farsi un bel bicchiere in compagnia. Come dice Albert Finney in una battuta iniziale del film:
Io amo fare il vino perché questo nettare sublime è semplicemente incapace di mentire. Vendemmiato presto o tardi non importa. Il vino ti bisbiglierà in bocca sempre con completa e imperturbabile onestà ogni volta che ne berrai un sorso.
Ma veniamo a noi… Durante la cena a casa del vigneron, Monsieur Francis Duflot (Didier Bourdon), vengono serviti fromage, allodole senza testa, il civet di cinghiale marinato in vino rosso e sangue spremuto della carcassa, funghi della regione e il caviar d'aubergine… ovvero la ricetta di oggi.
Il caviar d'aubergine (o più semplicemente il caviale di melanzane) è una semplice e gustosa cremina, ottima da gustare se accompagnata con dei crostini di pane. Chi l’ha assaggiata, l’ha giustamente definita… troppo melanzanosa. Per quanto mi riguarda posso dire che è stata un’idea buona su come sfruttare al  meglio le ultime melanzane nell’orto, in modo così da ricordare gli ultimi ed evanescenti profumi d'estate.
INGREDIENTI: 2 melanzane di medie dimensioni, 1 vasetto piccolo di yogurt greco, 1 rametto di rosmarino, 1 rametto di maggiorana fresca, 3 foglie di basilico fresco, 1 spicchio d’aglio, succo di mezzo limone, sale, pepe nero, coriandolo e olio extra vergine di oliva
PROCEDIMENTO:
1) Lavate le melanzane e tagliatele a metà per il senso della lunghezza e strofinateci sopra lo spicchio d'aglio;
2) Sopra ogni melanzana praticate un’incisione a scacchiera non troppo profonda;
3) Cospargete la superficie di ciascuna melanzana con un po’ d'olio e , dopo aver inserito nelle spaccature le varie erbe aromatiche (rosmarino, maggiorana e basilico) tritate grossolanamente, aggiungete il sale, il coriandolo e il pepe nero;
4) Ricomponete la melanzana e avvolgetele in un foglio d'alluminio, sigillando bene i bordi in modo da non far fuoriuscire i succhi di cottura;
5) Infornare a 180°-200° e far cuocere per circa un'ora;
6) Una volta tolte dal forno, lasciarle intiepidire e poi procedere a scavare la polpa di ciascuna melanzana con  un cucchiaio;
7) Tagliare la polpa al coltello e ripassarla un momento in padella con un filo d’olio in modo da perdere tutta l’acqua in eccesso;
8) Aggiungere il succo di mezzo limone e lo yogurt greco e se necessario anche un pizzico di sale e pepe (N.B.: non soddisfatta della consistenza ottenuta ho passato il tutto con il mixer per qualche secondo in modo da rendere la polpa come una sorta di mousse).


La ricetta di questo caviale di melanzane è tratta da un mix di ricette che ho spizzicato qua e là in internet. Mi raccomando: va conservato in frigo e non dura per più di due o tre giorni.

P.S.: Come vedete dalla foto, mettendola in un baratollino da conserve è anche un'idea simpatica da regalare.