venerdì 2 novembre 2012

Voglia di verità!

Dopo il simpatico esordio con Nessuno mi può giudicare, il regista Massimiliano Bruno ha saputo regalare un'altra buona commedia. Se avete voglia di farvi qualche sana risata e trascorrere una serata tranquilla al cinema, questo film leggero e gustoso farà al caso vostro, ma sinceramente manca di quel brio in più per essere spumeggiante al punto giusto in alcuni momenti.
La cornice sullo sfondo è quella di un'Italia ormai allo sfascio (ma non serve certo un film per farcelo notare viste le notizie di ogni giorno), dove tutto ha a che fare con la corruzione, la raccomandazione e specialmente la rassegnazione. Sembra che ormai in tanti abbiano perso la voglia di cambiare e di combattere, dimostrando che è semplice nascondersi, affidandosi alla raccomandazione di qualche dottore od onorevole per avere la strada spianata e trovare un qualsiasi lavoro. Perché purtroppo questo è il nostro paese!
Ed ecco a voi il protagonista di questa storia...
Il senatore Spagnolo (Michele Placido), un politico bugiardo e corrotto, inizia a dire tutto quello che gli passa per la testa senza peli sulla lingua dopo esser stato colpito da demenza frontoparetale. La moglie e i figli stentano a riconoscerlo visto che è diventato un fiume di sincerità in piena. Ammetterà di aver tradito per anni la consorte e di aver usato le proprie conoscenze in campo politico per garantire il successo alla sua prole. Rivelerà al figlio Valerio (Alessandro Gassman) di esser sempre stato un incapace e per questo gli ha affidato un posto in un'azienda che si occupa di ristorazione pur di fargli fare qualcosa.
Ammetterà poi alla figlia Susanna (Ambra Angiolini) di essersi guadagnata ogni ruolo nelle fiction in cui ha recitato solo per merito suo e non certo per la sua bravura come attrice. Anche il figlio anticonformista Riccardo (Raoul Bova) scoprirà di non avercela fatta tutto da solo come aveva sempre creduto, ma che solo grazie alla spintarella dal papà-politico è riuscito a diventare medico presso un ospedale che sta ormai cadendo a pezzi.
La commedia scorre molto bene per tutto il tempo e tutto l'ensemble di attori è riuscito a portare il meglio di sé: Angiolini, magnifica con la zeppola; Bova, stranamente più espressivo del solito; Gassman, bravo come sempre (ammetto che sono di parte) e Placido, brillante e carismatico.
Ma davvero bravi sono i personaggi di contorno e in particolare Sergio Fiorentini e Remo Remotti che interpretano gli anziani degenti nel reparto di geriatria di Riccardo che rischia di essere chiuso.
Come in un percorso di risveglio interiore, messo di fronte a una dura verità, ciascun personaggio riuscirà alla fine a trovare il meglio di sé, a maturare, a riparare gli errori fatti e a sapersi risollevare. Memorabile il discorso finale pronunciato dal politico Placido in un programma televisivo in cui propone il nuovo articolo 140 della Costituzione Italiana: tutti gli italiani hanno diritto di conoscere la verità. Speriamo che prima o poi tutti i politici si decidano a raccontarcela!

Ecco qua una piccola e divertente clip del film, che non ha bisogno di essere commentata!



P.s.: Ho trovato davvero notevoli due scene ma sono sicura che in molti avranno giudicato troppo artificiose o cariche di allusioni di natura politica e sociale. La prima è quella in cui Placido attraversa al rallentatore una folla di ragazzi in sommossa contro la polizia sulle note della famosa canzone Italia cantata da Mino Reitano, ma altrettanto disarmante l'altra scena in cui il padre ammette davanti al figlio-Gassman di aver ricevuto una mazzetta per aver costruito proprio quella Casa dello Studente che ha significato la morte di tante persone durante il terremoto dell'Aquila, una città fantasma ancora sommersa tra le macerie a distanza di anni.

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