martedì 6 maggio 2014

Il cardinale e la ricetta del coniglio

Tanto è stato detto, tanto è stato scritto e tante sono state le polemiche intorno a La grande bellezza di Paolo Sorrentino, risultato vincitore come miglior film straniero all’86 edizione degli Oscar. Non voglio ripetermi, ma non è un film per tutti i gusti. Qualsiasi film che vinca un premio importante come gli Academy Awards, non significa che sarà bello a tutti i costi. Non si può giudicare la bellezza di una pellicola solo dal numero di premi ricevuti ai festival di maggior rilievo!
Io l’ho trovato poetico e profondo, tanto nella sceneggiatura che nella fotografia. Potrebbe non piacere anche perché rispecchia uno spaccato della società italiana assai verosimile, viste le continue notizie che si leggono nei giornali, ma non per questo bisogna pregiudicare in modo negativo un film che racconta anche molte altre cose e lo fa specialmente con l’ausilio di un magnifico Toni Servillo, coadiuvato dal paesaggio di una Roma struggente, maliziosa, ingannevole e meravigliosa allo stesso tempo.
Non voglio dilungarmi sulla trama, visto che ne avevo già parlato in un post precedente… vorrei concentrami piuttosto su un dettaglio culinario.
In una calda notte romana Jep (Servillo) ospita nel suo magnifico appartamento, con vista mozzafiato, una cena molto formale in onore di una suora, soprannominata "la Santa", che non è di certo abituata a serate galanti di quel tipo, poichè di solito mangia radici e dorme per terra.
Vista l’ospite particolare seduta alla tavola dei vari commensali ci si aspetterebbe finalmente di udire qualche monito di saggezza religiosa proferire dalle labbra del personaggio bizzarro e fastidioso del cardinale (Roberto Herlitzka al centro nella foto) e inceve no… il suo pallino per la cucina ha il sopravvento come sempre e in uno sproloquio viene descritto ogni minuzioso dettaglio per cucinare un perfetto coniglio alla ligure.
Una ricetta tra le più tradizionali e che può certamente testimoniare la buona cucina del nostro Bel Paese. Non potevo, quindi, esimermi dal fare delle ricerche e, grazie all’aiuto di qualche buona conoscenza, ho ottenuto la vera ricetta del coniglio alla ligure (con la specifica esatta che è tipico della Liguria di ponente).


Ingredienti: 1 coniglio (dal peso di circa 1,5 kg), 1 cipolla, 1 carota. 2 spicchi d’aglio, rosmarino, alloro, pinoli, 100 g olive taggiasche, sale, olio extra vergine d’oliva e 1 bicchiere di vino bianco

Procedimento:
1) Tagliare il coniglio in pezzi e, dopo averlo sistemato in una casseruola senza odori, farlo scaldare appena in modo da fargli rilasciare l’acqua, che verrà poi gettata via;
2) Nel frattempo scaldare dell’olio in un tegame e farvi rosolare del soffritto di cipolla e carota, insieme all’aglio, il rosmarino e l’alloro;
3) Aggiungere successivamente anche il coniglio in pezzi, salarlo e farlo ben rosolare prima di aggiungervi un bicchiere di vino bianco;
4) Dopo aver fatto evaporare il vino, lasciar cucinare dolcemente la carne, aggiungendo di tanto in tanto del brodo preparato in precedenza (utilizzando le parti meno nobili come la testa e il fegato);
5) Quasi a termine della cottura aggiungere anche le buonissime olive taggiasche (N.B.: in mancanza ho optato per delle semplici olive nere di casa mia) e una manciata di pinoli.

P.s.: Secondo la tradizione questo piatto di carne succulenta andrebbe accompagnata da un bel bicchiere di Rossese di Dolceacqua!

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