martedì 7 ottobre 2014

Benvenuti sull'isola dei giocattoli difettosi!

Dopo averlo cercato per tanto tempo, sono riuscita a vedere Noi siamo infinito (2012, titolo originale The perks of Being a Wallflower) del semisconosciuto regista Stephen Chbsoky (nonchè sceneggiatore e autore del romanzo epistolare "Ragazzo da parete" da cui è stato tratto il film). Posso sicuramente suonare ripetitiva, ma è un film davvero bello che vale la pena di vedere e non solo perchè c'è un cast stellare (vista la partecipazione secondaria di attori affermati come Dylan McDermott, il padre, Kate Walsh, la madre e Paul Rudd, l'attento e sensibile professore di letteratura che instilla la voglia di scrivere in Charlie), ma perchè la storia è molto intensa e non è assolutamente catalogabile come un film adolescenziale.
Anni ’90. Charlie (un superlativo Logan Lerman), un ragazzo introverso e timido, vive nel completo isolamento l’inizio delle superiori finché non incontrerà due nuovi amici, due studenti dell'ultimo anno: Sam (Emma Watson, che ha smesso finalmente i panni di Hermione), bella e audace e il suo fratellastro Patrick (Ezra Miller, sopra le righe ma entusiasmante), logorroico e carismatico, sconvolgeranno completamente il suo mondo.
Faranno scoprire a Charlie la vita, fatta di feste (e droghe), nuove amicizie e primi amori. Eppure la felicità raggiunta viene messa pian piano da parte, quando affiora lentamente la tristezza per i suoi nuovi amici più grandi che stanno per andare al college. Il suo equilibrio interno viene sconvolto e inizia a sgretolarsi. L’infelicità si tramuta presto in dolore, che, rimasto celato dietro una forte timidezza, porterà a galla due terribili tragedie (il suicidio del suo migliore amico e l'accidentale morte della sua più cara zia) e si paleserà in una verità ancor più dolorosa.
Fin qui può sembrare un film triste, ma in realtà è un inno all’amore in tutte le sue accezioni e al sapersi aprire alla vita nonostante tutte le difficoltà. Chbosky è riuscito magnificamente a parlare direttamente al cuore dello spettatore con una tecnica narrativa nuova e per niente stucchevole, dove l’equilibrio tra pazzia e normalità è sempre al limite come anche tra amore/felicità e odio/dolore.
Bisogna vivere ogni istante e non lasciarsi convincere di essere banali o come tutti gli altri. Ognuno rappresenta una storia. Ognuno può essere infinito.
Questa volta faccio un eccezione e non vi svelo da quale scena ho preso la ricetta di oggi... ammetto, però, che la foto non è molto invitante, ma posso assicurare che il pollo era davvero ottimo, anche se mi è stata criticata una presenza eccessiva di salsa... ma io adoro fare la zuppetta col pane!


Ingredienti (per 5 persone): 600 g di pollo a pezzi, 2 cucchiai di farina 00, 1 cucchiaio di paprika dolce, 100 ml di panna da cucina, 1 cipolla bianca, 20 g di burro, 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva e sale q.b.

Procedimento:
1) Dopo aver fatto sciogliere il burro in una padella insieme all’olio extravergine d’oliva, far rosolare la cipolla tritata finemente;
2) Non appena la cipolla risulterà ben stufata, adagiare in pentola il pollo a pezzi, che sarà stato passato in precedenza in un mix di farina e paprika;
3) Prima di aggiustare di sale la carne, farla dorare in modo da formare una leggera crosticina;
4) Alla fine unire la panna e lasciar andare la cottura a fuoco basso finché la panna si sarà addensata
5) Servire la carne ben calda in accompagnamento a delle verdure lesse come fagiolini o patate.

P.s.: Il titolo del post è in realtà una meravigliosa battuta del film che mi è rimasta impressa! Altrimenti l'avrei chiamato banalmente... "Paprika a volontà"!

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