giovedì 22 maggio 2014

Crescete e moltiplicatevi!

Molti di voi si chiederanno chi sia Vinko Bresan, eppure questo regista croato è molto conosciuto in patria grazie all’enorme successo riscosso anche col suo ultimo film Padre vostro (ovvero The Priest’s children, anche se i bambini nel titolo inglese non vanno visti unicamente nell’ottica negativa della pedofilia).
Una commedia genuina senza troppe pretese che, attraverso un tono leggero e a tratti satirico, descrive in un modo in apparenza semplicistico questioni e problemi di un certo spessore sociale.
Non viene criticato solo il marcio dietro la Chiesa ma anche molti aspetti culturali e storici che il popolo croato non si è ancora scrollato di dosso dopo i tanti anni già trascorsi dalla fine della guerra.
La sceneggiatura del film ricalca la pièce teatrale dell’amico del regista, Mate Matišic, il cui protagonista è Don Fabijan (Krešimir Mikic), un giovane petrino malcapitato, che, giunto nel piccolo villaggio di un’isola della Dalmazia, non è ben stimato al pari di don Jacov (Zdenko Botic) che vive lì da tanti anni. Riconosce di non avere peculiari qualità, ma tenta in tutti i modi di farsi piacere e di risolvere una situazione a dir poco delicata.
Nonostante sia risaputa da tempo la lotta agli anticoncezionali da parte della Chiesa, padre Fabijan viene messo davanti alla dura verità ovvero che sono proprio questi strumenti di prevenzione dalla trasmissione di malattie sessuali a impedire di far crescere il numero delle nascite.
Il problema viene portato alla sua attenzione durante una singolare confessione di un suo parrocchiano, l’edicolante Petar (Nikša Butijer), accusato dalla moglie di uccidere migliaia di possibili bambini vendendo profilattici agli abitanti dell’isola e agli stranieri d’estate.
Ecco allora che don Fabijan architetta un piano “diabolico”: basterà bucare tutti i preservativi in vendita in modo da eliminare alla radice il problema della drastica diminuzione delle nascite rispetto al crescente numero di morti sull’isola. Al lavoro del prete e dell’amico edicolante si aggiunge poi anche quello del farmacista (razzista e anti-serbo), che rincarerà la dose, vendendo alle sue clienti semplici vitamine al posto della comune pillola anticoncezionale.
Improvvisamente le gravidanze indesiderate crescono a tal punto che la notizia fa il giro del mondo e incomincia ad attirare numerosi turisti sull’isola perché tutti credono che l’aria del posto e l’acqua del mare Adriatico abbiano qualcosa di miracoloso persino contro l’infertilità.
Le conseguenze non saranno solo queste e la situazione pian piano sfuggirà di mano persino a don Fabijan, che in tutti i modi tenterà di riporre rimedio ai numerosi misfatti che si susseguiranno, ma capirà troppo tardi che non si può decidere per la vita degli altri senza inciampare in brutte conseguenze e che la malvagità dell'uomo è infinita.
Alla fine lo spettatore viene spiazzato, perché, abituato a ridere e sorridere delle simpatiche scenette che costellano il film sin dall’inizio, tutto scompare nella dura e cruda realtà affrontata nell’epilogo decisamente malinconico e dal gusto amaro.
Spingendosi attraverso difficili questioni come gli strascichi della guerra fratricida che ha segnato e segna il territorio croato ancora costellato da mine anti-uomo e la pedofilia all’interno della Chiesa cattolica, il regista però lo fa con leggerezza e senza mai puntare il dito contro verità così disarmanti e difficili da cancellare. Sceglie proprio la confessione come strumento per raccontare l’intera vicenda, lasciando sempre i riflettori puntati sullo sguardo e il viso espressivo del protagonista. Anche il taglio della storia segue un andamento adagio ma non troppo lento, dove le immagini sembrano non voler scorrere troppo velocemente per lasciare allo spettatore tutto il tempo di riflettere su quanto appena visto.


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